Ettore Vollo - Maurizio Quadrio

- 117 - e ai patrioti Saffi, Campanella e Dagnino, compose nella bara la salma di colui ch 'egli aveva aveva amato con affetto paterno e in uno fi - lial e. «. Ricordo e ricorderò sempre con cuore commosso - narra Aurelio Saffi - le parole ch'egli ci disse in Pisa nel marzo 72, piangendo insieme con noi il perduto maestro: Dobbiamo lavorare pe~· rnerila?'e di raggiungerlo . » Accompagnò i mortali avanzi fino a Genova, fino a Stagliano. E, quando si fu per chiudere il feretro, egli s'accostò tremando, e deposo fra 1e dita del cadavere un suo fogliettino. - Si ignorò sempre che cosa conten.esse quel biglietto. . . Ritornato a Roma, non si mo.sse più, se non per qualche rapida sfuggita nella Toscana e nella Liguria, spintovi dagli interessi del partito~ Aveva aperto una sala Mazzini, dove ogni domenica ven ivano lette e spiegate al popolo le dottrine del grande italiano; e di quelle con. ferenze, con rara modestia, soleva dire: Noi rredichiamo ciò che ci pare la veritA; altri si compiaccia di esaminare. Corrispondeva solertemente con le società e coi patrioti, sorreggendoli della sua esperienza e della sua acutezza nelle più dubbie emer-

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