Le feste del popolo romano ... in onore dell'amantissimo sovrano Pio IX

-'l'ilL' augusto Gerarca accolse poscin una ùcputnzionc di studenti , i quali ottennero da lui parole di cortese interesse, c di s ingolare benignità e clemenza. Il gran PlO è >Uomo di mente somma, onde v'è da spea·arc che l'Università romnnn anclrà ricca tra poco di quei miglioramenti di cui tanto abbisognava. Ai deputati inviati! i dal popolo, dci quali fncevan parte il marrhese i\Juti pci nobili , il sig. Eugenio Agneni, esimio pittore, per gli artisti, il sig. Segni pci negozianti, ed il henemcrito ·rrofesscr Lupi per gl i scienziati, di sse le più Cllre parole che sovr ano potè mal inviare ai suoi sudditi; e da qurlle possiamo esser certi che Iddio ha rivolto finnhncntc uno sguardo di protezione sulla patria nostra comune. La sera , n fnr compito un giorno cosi festoso, In grande sala del Campidoglio offri o mille sceltissimi spettatori uno spettacolo deliziosissimo colla cantata del celebre poeta conte Marchetti di Bologna, istrumentnta con diversi pezzi musicali delle opere del 1\ossini: ed il principe D. Alessandro Torlonia, mosso dalla ga·atitudinc in VCI'SO i giovani promotori della festa nazionale, inviava loro col mezzo dell' ottimo Vincenzo Ricci, proprietario del caffè Nuovo, un gran numca·o di biglietti d'invito, per la festa che ebbe luogo nella suddetto sala del Campidoglio. Quei giovani non possono non esser grati alla bella distinzione di cui quel principe li volle onorare . essi desiderano appunto che In magnanimità doi nobili romani si mostri oggi più grande che mAi, non inverso loro, ma inverso il popolo , che cerca, dirci quasi, di vincere l' antica prevenzione coll' onorar li di cuore. ,/ 3771

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