Le feste del popolo romano ... in onore dell'amantissimo sovrano Pio IX

l LE FESTE Dal giorno 17 Lucll• del 18.&6 al 1 Geuaalo 1847 IN ONORE DELL'AMANTISSIA10 SOVRANO P I O I X. Ol\MO AGLt ASSOCIAl ' l AI,L' ARTtGIAl'H~I.I.O ROMA TIPO(;RAFIA DEl CLASSICI SACRI \"1,< FEUCf; N. 121 1S17

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S l G N O 1\1 , L'Artigianello, tutto diretto allo scopo d'istruire, non si fermò a raccontare le feste memorabili c grandi che Homa non cessa tuttora di fare per ogni a tto benefi co del nos tro Sovrano Pio IX. Intanto quelle non dovevano ignorarsi per la loro importall7a; quindi è che a Voi, o Signo1·i Associati, vengo ora ad offrire, come dono promesso, ques te narrazioni che comprendono abbreviale 11uclla che il d111'10 Gcrardi scrisse del giorno del Perdono , c del Possesso , quella che scrisse il dui10 Cbcc· chetclli dell' 8 Settembre, c le due ·t llime narrate dal 'I ommasoni . Spero che non ingrato tot·ner·a a Voi questo pens iero, c che vor· t·etc accoglierlo come un segno della stima c della gratitudine , colla quale sono e sarò sempre, Roma, 2 Gennaio 1R47 Or,'ol i!<§. OIJI>I igatiss. Scni iOI'l' 0T'I"A\ IO f. tG l. l

IL diciassettesimo giorno di luglio del 1846 1~marrà nei posteri mcmorando e benedetto. La storia lo noterà nelle immortali suo: pagine con parole di gloria , di riconoscenza, di amore: quelli che dopo noi verranno, ne invidieranno la fortuna d' averlo veduto sorgere. La sera di così fausto siorno era sul finire , quando in Roma si pubblicava il decreto di perdono , concesso dal Pontefice PIO IX. Il popolo romano, che pure così pochi de' suoi conta tra' perdonati, si lasciò andare ad una gioia estrema, appena seppe la cosa. Le prime novelle ne corsero al giuoco del pallone. In un attimo la gio· ventù romana ivi adunata lascia lo spettacolo, c corre ansante sulla propinqua piazza del Quirinnle: colà giunta, si schiera innanzi al palazzo del Pontefice: viene letto il favorcvol decreto: al finire della lct!ura , si udì tale uno scoppio di acclamazioni cbe echeggiarono ne' sette colli. La moltitudine chiede con altissime grida di vedere il principe che perdona, e li ricongiungc ai fratelli nell' amplesso dell' amore. Ed ecco sralancarsi le gelosie della gran loggia soprastante alla porta principale del palazzo. l cuori de' Romani in quel punto palpitavano, gli occhi cran molli di pianto: Pio IX si mostra; alza gli sguardi e le mani al cielo, c, nella più gagliarda commozione dell' animo, benedice i suoi figli, che, curvati c revcrenti, gli pregano da Dio felicità piena, vivere lung<~, giorni moltissimi simili a quello.

-GMentre questa scena di riconoscente affetto • •·eva luogo in vetta ol Quirinale, Romo tutta s i levava mumvigl iatn ul gritlo de lla grande no•·ella che, di bocca in bocca passando, risuona\•a negli angoli più rimoti di essa. In meno che non si direbbe, una folla immenso di eletto popolo, con faci accese, salisce frettoloso al Quirinale, che in breYc rimane per intero · occupnto. Gli applausi, gli cniva ferivano t'aria, e jl suono s~ ne udiva o gran dist~nza: tutti poi si unhnno in un sol grido, domomlando di essere benedetti. Suonava l'or:> prima di notte, c il Pontefice, rendendosi volonteroso alle istanze d'un popolo governato dall'amore e dalla g<11titudine, tornavo a mostrarsi sullo loggia, c In bcnetlizione del Padre scendeva nuovamente su molte migliaia di flgliuoli, prostrati innanzi al capo ' 'isibile dello Chiesa cattolico. Dopo ciò partivo ciascuno dul luogo giubi lando , c il proprio gaudio trnsfondc;•a in quelli che non si erano trovati presenti al tenero e sublime spettacolo. A questo modo si svegliava più che mai il desiderio d'entrare a parte di quel riubilo che gli altri rallegrayo, sfogando O!lpicno i sensi d' ftmmirozionc , di rispetto c di riconoscenza che ormai signoreggiavano tutti i cuori. Le vie principal i che menano ol Quirinule risplendono nuovamente d' innumercYoli fiaccole, die tro le quali si stende una immenso mol titudine, che giunge in breve al desiderato colle. In questa, ivi si odono suoni lietissimi, procedenti verso il palazzo: cm uoa eletta di giovani che con se conducevo una bondo musicale, seguit.1 da nuove turbc di persone. Allom si che lo stcnninatn piana parve angusta ad un popolo cbe, senza dar nell'esagerato, sommavo forse a trenta migliaia di cittadini d' ogni grado, d 'ogni età, d'ogni sesso, compresi tutti dn un solo desiderio, tutti sfa~ illanti d'uno medesima gioit~. Le tre ore di notte erano suonate do poco, e le grido altissime di tante genti assordavano l' acre: ehicdevan.esse di vedere il Pontefice, e r icevcrne la benedizione paterno. E il Pontefice , per la terza volta, comparve sulla loggia del palazzo, più che mai intenerito, c replicate volte benediceva il popolo che ormai non conosce,•o limiti nel mostrnre con ogni maniern d'espressione lo proprio felicità. Appagnto del suo desiderio, (tue! popolo, a un cenno del Sovrano, \ UOta prontamente la piazza, mescendo ai suoni festosi degl' istnnncoti altissime acclamaz ioni . E

-7Lclla c stupenda cosa fu , pe1· chi gunrduva dall'alto del colle, vedere la gran discesa del Quirinale grémita d' innumerevoli persone , c innondata da t~nto numero di fa ci ardenti , do ricordare que'fiwni di lava che si precipitano per la china dell'Etna, quando spinge i sol.terranei fuochi verso il ciclo. E quella moltitudine, quelle foci vennero scorrendo la città tra gli evviva, trn' ~n ti, tra gli applausi, con ordine mirabile, finchè si dissipava, non però avanti che l'alba si mostrasse: cosi ebte fine il festeggiare del primo giorno. Il dì seguente , 18 luglio, il racconto di quanto era accaduto nella scorsa notte scaldava le menti , cd incitava gli animi a cose maggiori. Di altro non ero discorso nelle case, per le piazze ; lungo le vie, ne' pubblici ritrovi , se non che delle solenni dimostrazioni di contento, date nella scorsa notte dal popolo romano: le lodi di esso suonavano in ogni bocca strani era; se ne levavano a cielo la magnanimità , la p1·entczza a ben fare , la lcmperauza e modestia nell' impeto 'd' una gioia senza freno. La carità romana frattanto studiava i · modi di rendersi utile, là dove il bisogno il chiedesse; nè penava troppo a trovarli, c lutti splendidi, acconci, c tali, che , chiunque avesse a gustarne, il potrebbe fare piuaosto con orgoglio, che non senza vergogna. Inoltre anddvano attorno parole di · e(er·- nare la memoria del dì 17 luglio 1846 con monumenti durevoli; quindi si proponevano medaglie, s tatue: divi samenti che, confom1c sperasi , ordinali in seguito da più maturo consiglio, c approvati da superiore permesso, non mancheranno d'essere mandati ad effetto. In questi e simili discorsi trascorreva l' intero giorno. Al sopravvenir della notte, eccoti la città tutta quanta illuminata vagamente, c ciò per un moto spontaneo cd universale. Tutto questo, quaulunque fosse molto, pure non poteva bastare. Circa le ore due della notte la vasta pianura in vetta al Quirinalc era già coperta da innumerevole popolo. A quando a quando vi pervenivano nuove schiere precedute da bianeÌJC insegne, scritlovi 11 motto , VJVA Pro IX , e circonda te da faci accese: si attclavano in faccia al palazzo pontificale , e di mano in mano che altre venivano giungendo, pure con bandiere e fiaccole, si univano alle prime venute. na ul - t imo si udiva un suono lon~auo di musicali str·umcnti , misto a lie te

-8 - vori <li canto. Nuove insegne' nuove faci aurave rsano la piazza' facendo la strada a suonatori ed n cantanti, seguiti da immensa moltitudine: s'roe il canto d'un coro festoso, la cui poesia c la cui musica erano state scritte poche ore primo. Anello questa schiera piglia luogo fra le antecedenti, c il suono ed i canti si confondono in mezzo alle altissime c lunghe grida di viva, ed al sonoro batter di mani. L' oriuolo a'·cva suonato l'ora terza della notte, e non ancora J' aspetto del Pontclì.cc aveva fatto piene le brame òi più che quaranta migliaia di sudditi , raccolti per onorario. Tratto tratto si alzavano vigorose acclamazioni, crescenti sempre a misura che rresccva l' impazienza; ques to però non procedevo da stanchezza 1 mo oì da desiderio; talchè l' indugio o niuoo toglieva lo speranza. Alla fine si veggono i lumi chr attraversano gli apportamenti del palazzo apostolico: la lena io tU$ti si raddoppia, e gli applausi durano fragorosi e lunghissimi. L'ottimo dci principi , il più amorevole dei podri si oJJaccia sulla loggia: geua uu' occhiata sulla molt itudine, IJUasi volesse scoprirne il numero: chiede da Dio la celes te benedizione, e su di essa la versa con indicibile effusione di cuoro Qui, più che altrove, mi maucano le parole per esprimere l'entusiasmo universale' chi vi fu presente può comprenderlo senz• ch'io lo mcconti; chi l' udrà n narrare, potrt\ immaginnrlo, se abbia cuore c mente capaci di generosissimi sensi. Alla benedizione tenne di et ro un so' •rano cenno, che benignamente accommiat.wn. In un subito la folla scomlmrve in mezzo ai canti, ai suoni, nlle voci d'esultanza, recando nel rimanente della città quella letizia di coi era ad esuberanza ricolmn. E qui arcvano compimento le feste del secondo (,iomo. Sorgeva il terzo, diciannovesimo di luglio, e moltissimi ne salut.wano l' allm, senza avfr gustato le dolcezze del sonno' nè di ciò si doJc,•:mo; chè il sonno toglie ai fel ici una parte di loro felicità. Fin dalla sera innanzi si era potuto trapelare che il S. Padre nella mattina seguente sarebbe andato a udir la messa nella chiesa dc' pp. della Mi86ione, per ivi venerare quel grnn santo che fu Vincenzo dc' Paoli , la cui festività in quel dì solcnnizzavasi dalla Ch iesa cattolica. Si ebbe anche sicuro indizio cbc Egli , modesto come fu scmpa·e, volendo sottrarsi il meglio possibile alle pubbliche mostre di r iconoscenza, vi si sarebbe recato assai d i buon' ora. Ciò

-9bastava. pcrchè, da poco levatosi il sole, Roma tutta fosse in piedi. Le strade che, pel"ia più breve, menano dal Quirinale alla piazza di Montecitorio , traversando una parte del Corso, si videro ingombre da immenso popolo , accorso dalle più lontane regioni della citt.à , per trovarsi presente al desideratissimo passaggiò. l palazzi, le case, lungo il tratto di via che accennai, ri splendevano per ricchi addobbi ; ma più splendevano pc' volti giulivi di quei moltissimi che si accalcavano alle finestre e su' balconi; donne in ispecie, allequali non parve disagevole levarsi cd uscire ad Qra inusitata. Nè si creda che a ciò le spingesse la brama di trovarsi presenti alla pompa di qualche spettacolo cittadinesco : elleno erano -accorse pc•· tributare omaggi e benedizioni al sommo Pastore de' fedeli, che, nella letiziÌÌ' del pet-dono, ~annodava saldamente i legami che stringer debbono tra loro i figli d' uno stesso padre. S' od6 di lontano il suono delle campane che annunzia il passar del Pontefice; ciò serve di sprone ai più lenti , che a furia si precipitano sul passo. Alla fine appiU·iseono le guardie; poi segue la cnrroua papale, che tra gli evviva e l'acclamare universale procede lentamente, e su di essa piovono dall 'alto fiori e 'Verdure. Pio IX , versando lagrime di leti zia , volge gli occhi ai suoi figli, li consola d' un sorriso, li conforta della paterna benedizione, c passa, traendosi dietro un'onda sterminata di popolo, che si direbhc uscito del senno, se non si sapesse che sta sotto il dominio della riconoscenza. Compiuto ch'ebbe il S. Padre gli atti di sua fervente divozione , si apparecchiava a restituirsi al palazzo apostolico; quando gli veniva detto, la concitata moltitudine essere r isoluta a trarvelo colle proprie mani. Il che Egli non voleva a patto alcuno pem1ettere; c, saldo in questa risolmione, saliva nella carrozza. Come però questa fu giun ta colà dove la viu di Montecitorio mette capo nella piazza Colonna, una sch iera di gio''ani d' ogni condizione si fa innanzi, ad alta voce implorando la grazia di poter trarre la carrozza colle vi· sorose sue braccia. Il Pontefice , a ciò persuaso da umilt.à profonda , ricusavasi a tutta possa; ma quella infervorata gioventù, cresciuta di numero, si faceva a pregare più istantemcnte. Non pochi, con nuovo genere di violenza, inginocchiati avanti ai cavalli, a mani alzate chiedevano d'essrrc appagati. Allora l'umil tà dovetLe cedere:

-10cloè il vo lere della l'o'Ovvidenza, o gloria della rclisionc , cb iao'O si palesava nrllo insi stere dci supplicanti. Quindi , in mcn che noi dico , vengono distaccati i cavalli , c, nulla essendovi di apparecchia to all'uopo, mille mani , ·olontcrosc s i cffcrrnno alle cinghie, al timone c dovunque meglio il possono: la carrozza ripigliu frettolosa il cammino fra le grida unanimi e non cessanti d'innumerevoli spettatoo·i. Se la venu ta del Papa allo chiesa della llfi~&ione aveva somigliato i maggiori trionfi mOtlcrni; la sua tornata al Quirina lc vinceva 11i grnn lunga quelli che i nostri antichi apparecchiavano ai loro Cesnri vincitori. L.' via cm coperta di m ortelle; dall'alto delle case piovevano fiori , scrti, ghirlande in copia, nè vi mancava il pncifero olivo: ne l fiuo estate, sembrava rivh·ere la po·imavera. La carrozza, con cotrov i il Pontefice massimo, procedeva rapidamente sccura: la infinita turùa popolare non aveva più lagrime, chè quelle encorn ch' hanno la sorgente nella gioia , inaridiscono. Ai petti però non mancava In leno , chè il cuore ad ognuno la roinistrnva abbondantis - sima: quindi le voci festcvoli si rafforzavano luogo il tragitto, c, confuse in un solo gr·ido, vincevano il romorcggiarc del tuono. Cosl procedendo, il benedetto Pontefice toccava il Quirinalc; cntrnva ucl suo palazzo. La spnziosa pianura in vetta nl colle tornava angusta alle moltissime migliaia di attoniti SJlc llatori , che per nulla si sgomentavano del soffocante caloo·e della stagione: avresti de tto, che il fuoco della carità cloe incendiava quei petti facesse scordare la vi - goria del sole giunto al meriggio. Il papa fr·ottonto co·o salito alle sue: stanze , da dove, essendo ogni cosa po•onLa al bisogno, si portavo in pompo sull a gran loggia del paiano per benedire il popolo. Al solo mostrarsi , gli evvil•a intro· nao·ono l' aria; ma vedendo che s i diSpo!!evu a ll'allO religioso e 60lenoe, si fece d' improYiso tale un silenzio , quasi il Quiriuale fosse lutto deseo·to. Egli nella picneua dcllu fede levavo c volto e mani a l ciclo, con sonora voce chiedendo dall'Onnipotente le sue benedizioni sul popolo cattolico. L'angelo del per-dono , che rtuella preghiera porta,•a al trono dell'Eterno , tornava ratto , recando sulla terra la bencdiziont: del Dio di pace , il cui Vicar io, con tutta l'efficacia dell'anima , la diffondeva sul rapo dc' po'Ostcrnati credent i.

-t1Qui cbhcro tcnninc le popolari dimostrazioni d'animo grnto , dirette alla persona dP.I Pontefice. E si voleva pul'l' che queste an ssero un confine : gli si doveva lasciar agio di assaporare le dolccu c che all ' ~1omo ministrano i hcncfizi ; et queste egli potè gustare n sazietà , rendendoglielc anche più soavi il pronto obbcdil' de' Romani , non mai scorde1•oli, che il desiderio del loro adorato Sovrano e l'aeire tiene per essi luogo di comando. Ma il tripudio domestico dc' cittadini, che così mi piace chiamarlo, non cessava, oè cesserà per volgere d' anni. La città risplendeva più che mai la notte del 19 luglio per vaghe luminarie : nelle case si festeggiava, si festeggiava per le vie, ne' luoghi di pubblico ritrovo 1 e g li evviva, i fuochi di gioia , i suoni , i canti per ogni dovr rompevano i silenzi della notte. Alirabil cosa fu poi e più vera che credibile, come, in tanto universale commovimento d' una ciu:\ immensa , l'ordine non fosse mai, bcnchè menomamente turbato: i cittadini si r allegravano per un al - tiSI! imo benefizio, c l'idea di esso infrcnava le più scomposte passioni. Cbe più ? SifTaua sublimiss ima idea rammolliva gli animi, gli spogliava degli od ii di parte, ricomponeva il vincolo di pace da cui vuole Dio che siano stretti i figliuoli d' uno stesso Padre. E tante mnraviglie , che meglio s' immaginano che non si speri di 1cdcre in fatto , ovcrava la forza di quest ' unic.1 parola, PERDONO , pronunciata dal Vi cario di Cristo in t erra , c Sovrano Pontefice, PIO IX.

GLI 8 SETTEMBRE 1846 gRA presso il dì ollavo di scttemhre sacro alla natività dellr, Vergine, in cui sogliono i Romani com•cnirc nella chiesa di S. Maria del Popolo, dove recasi il papa a festeggiarlo con solenne pompa. Da molti anni quel giorno, già bello del nome della Madre di Gesù, rieorrevaci faustissimo ricordatore di cessato male; era il primo in cui l'IO IX avrebbe trascorso la regione del popolo, e qucslo ne invocava l' all>a col sospiro di un puriss imo afTetlo. Ciascuno ll31Tava i ben<1ficii del buon Padre e Pastore ; di via in via, di casa in casa, di convegno in convegno passa il nome di PIO come angelo della pace, pone la gioia in ogni anima, cd esaltandola a vit·tù, la commuove a novelle dimostrazioni di gratitudine. Il pensiero di fare un arco trionfale fu meno sollecito a dh•ulgarsi, che i signori promotori Giuseppe Antonini, Angelo Brunetti , Luigi Paolclli a mandarlo ad effetto; bella prova di cuori pronti a nobilissime azioni. Commisero nl g iovane architetto s ig. Felice Cicconetti il progetto c la direzione dell'opera , la quale dovendo celebrat·e un grande avvenimento, vo~cro riuscisse a dignità del subhiet· to e di Roma. L'areo che celebra la pace resa a' sudditi da l'IO IX è d'ordine corintio a tre fornici, uno maggiore e due minori coi loro picdt•itti , e due faccie simili, anteriot•c c postèriore, che s i fi gurano incrostate di marmo. Quattro colonne dipi nte a giallo antico, dietro cui è il contro-pilastro , tlccornte di bast attica e capitello corintio, distac-

-H - cantisi alquanto dal muro, sorgono dn un basamento a sos tenere la t rabeazionc, la qu~lc corona tutto il corpo dell 'orco. Nei pcum1tchi dell'archi volto del fcroice medio, che s' innalza sino quas i all 'archi - trave, vedi due angeli volanti, modellat i alla mnraviglia dal s ignor Giuseppe Nucri romano, rccantisi corone e rami di oli~o, quasi per ornarne il t rionfatore nel suo 1~1ssaggio. Ne' fianchi del forni ce ecco in due bassi-rilievi ist.orint i due grandi benefizi , onck egli consolò i sudditi , l' nmnistia e l'udienza pubblica. Vedi in questa opera de l sig. Angelo Bezzi di Rnvonna lui seduto udi•·c con affetto un figlio genuflesso del popolo, cui In condizione meschina, esposta dnll' artista nel corto vestire, oon sopprime In voce per impetrare giust izia dal padre comune. Il qua le accennandogli pcrchè si sollevi, dichiara nhbaslanzn il grande principio sociale, che ol trono di un principe giusto e saggio va la ragione del suddito scevra d' ognifal lace distinzione di ceto. Oh bene da <tucsto subbietto , sterile quanto all'arte, muove limpida per ingegno dell'artefice una consolazione alla umanità! Nell'altro basso- r ilievo, cui compose il sig. Francesco Della Longa romano, grandeggia nel mezzo il Pontefice, bello di dolcezza divina, n\Cntc da destra un angelo che s'lstiene una croce ov' è scr itta la soave parola pax, e In mano ci stende a spargcrla sulle province, che, udi tnne la no,.ella e g uidate da Roma, accorrono a gi urargli fede; mentre colla sinistra accenna ad un al tro angelo che geU.a nel fiume dell' oblio tutti i simboli della discordia. Scorre su llo zodiaco il sole presso ad enh·arc nel leone, a precisare il tempo dell ' awcnimento solenne. Sacro l'orco ad un pontefice, e1·a d'uopo che s ii ornamenti ne richiamassero pur ~ssi a lui ; perciò lodevole fu che il s ig. Giovanni Testa romano con ogni diliscnza ado•·nasse di emblemi sacri i prnnuccbi dcll ' arehivolto che decora i due fornici minori , i quali s' innalzano sino quasi sotto l' imposta del forni ce medio. In <JUCsta, coronante l' intero corpo dell' arco, il sig. Bernardino Galuppi I'Oillano con •·aru perizia d' m·te eseguiva una decorazione di pnterc c d i festoni a li01·i c frut ta , onde l'architetto, pensando essere nell 'arco celebrata la pace , gio, avasi a dimostrare che dov'è pace, ivi tutto si feconda; idea già svi luppata nel g••upJlOprinciJlll le. Tm l' imposta c la tmbeazionr, e prceisamentr a piomho dr' for-

-15ni~i minori , vedi in due bessi-rilievi pet• ogni prospetto esaltato il Pontefice. Neila faccia anteriore ~ dirittA scorgi alludet'Si alla elezione di lui in un hcllavoro del sig. Feràinando llatelli fiorentino, pensionato dall' Ace. I. e Il.. di Firenze, rappresentante la di,cesa del divino Spirito nel cenacolo , cui io farci molta lode per la bellezza dello difficile COIIIJlOSizione, per l'aggruppare delle figure, per l' aggraziato modellare , se la brevità permessmni non m' incalzasse al fine. Essa però non mi tratterrà dal fare elogio al sig. Giuseppe l'oli veronese, pensionato dall' l. f\. Ace. di Venezia, il quale nell ' altro basso-rilievo che è da manca •·appresentava G. C. ncll 'at.Lo di conscgmwc le chiavi del potct•c a S. Piet ro ; c tanto d' arte vi pose sì nel comporre che nella movenza delle fi gure c negli andamenti facili e larghi delle pieghe, da attenerne assai verità .. . Gli altri due posti nel pro!petto poste~·i orc rappresentAnO, quello a dest ra , G. C. che sana il cieco nato : il senso di questa allusione è abbastanza chiaro di per se pcrchè io me ne passi, dicendo che lo scultore t•omano sig. Fabio Provinciali vi si most rò degnissimo allievo di quel nobile ingegno ch' è il prof.Garlo Finelli : l'altro, da manca, è il buon pastot'c rhc ricondu"c all'ovile la pecora smarrita ; pcl quale io loderb con giustizia e volentieri il' sig. Antonio Bisetti piemontese per la sapienza artistica onde trattò l'argomento. Sopra la trahcazionc sorge un attico, in cui a ricorJ'Cil1.a delle sottoposte colonne star.no leggeri pilastri : innanzi questi appunto sopra le colonne stesse fa nno bella mostra di se otto geni i, modellati I!Oil spontaneità e bel gar!Jo dal sig. Scipione Ugo romano , recanti una. targa, ove è scritto il nome delle province dello Stato, a seconda nell' antica divisione gcogt•alica. Vedi iu essi l' Et·idania, la Fclsinca, la Emilia, il Ducato d' Urbino, il Piceno , l' Umbria, la Sabina, la Marittima c Campagna c il Patrimonio di S. Pietro, accolte in un punto per festeggiare con Roma quel Grande che le ha r iunite in un regno di pace; poichè fra d' esse appunto, addossato all'attico, appare lo stemma di PIO IX modellato dal sig. Gi useppe Palombini romano ; di_cui ora tacerò, perchè il suo valore artistico nella par! c m·nativa ha le,•ato grido di se anche in lavo•·i di più gmvc momento. Gli spazi che a· ambe le facce stanno nell' attico perpendicolari al fot·nice medio , sono t•iempit i da due iscrizioni , da me postcvi ,

-16nelle quali molto nvt'Ci voluto , poco mi è stato concesso dire : nella anteriore v' ba questo motto di lode al trionfatore : ONORE GLORIA PIO IX C\' 1 8,\STO' VN GTORNO l1HR CO~SOI.ARJo; 1 S\"ODITI MARAV I GI~l,\RE Il. liO~DO Finalmente sopra l' attico grnndeggin un g•'llppo di tre figure con· dotto dn' signori Sii v estro Simonetta torinese, pensionato di S. M. il re di Sardegna, Carlo Dc Ambrogi milanese , pensionato dnll' l . R. Ace. di Milano, Zenone Garovi svizzero del cantone del Ticino. Il Pontefice è nel meno ves tito delle insegne pontificai i , e mentre contorna del des~ro braccio In giustizia , presso cui sta il lcon~ simbolo della forza , stende dolcemente la sinistra sul capo della pace, che di seduta ch'ella è, volge verso lui il volto, e quasi infiammai.• all'invito di quel grande, è sul levarsi per porglisl al fianco; mentre, affid ata che incominci il suo regno, lasc ia piovere sui pO]JOli tutti i suoi doni. Vedi infatti scendere dal suo lato in molti emblemi la rieehez::a del commercio , In consolazione d~lle orti, la attività del· l' industria, l' abbondanza sui popoli. A mano a mano che l' arco sorgeva, il pubblico accorrrntc a mirarlo , a,•viccndando le lodi de' promotori e degli artisti, mettcvasi in entusiasmo. La festa de' popolani divenne universa le, romana. Ne andò fama .per le vicine città, e molte migliaia di persone vennero di là n pnrtccipar.lc. Anelavasi al giorno di ieri come od un giorno di sublime tripudio: finalmente quell'alba spuntò. Era di buon mal· tino, e tu vedevi tutti i balconi delle case addobbarsi , quale di damaschi , quale di arazzi , quale di fiori, per la via che rlovea risuo· nare fra poco degli evviva n PIO IX. Oh a chi fosse ieri entrato in Roma , spettacolo ridente , festevole, nuovo, la strada del Corso sa· rebbe apparsa una via trionfale! Fiancheggiava.nl a, a dieci passi Ji dist,.nza , ricchi trofei fissi in terra, che doveano nella notte bt·il!8l'e di luce. Due bondiere bianche e g iall~ incroriate, sopra le quali e•·•

-17il motto oioa PIO l X c il suo stemma , con cot'Onc di lnuro c rami di olivo, adol'Davanli. Da ogni loggia ~ da ogni fcncstra , sl dc' palnz· zi che delle case scendevano ricchi drappi; molti stendardi, quale ornato di oro e<l argento, quale di stemmi gentilizii, sventolavano all ' aria; per ogni dove erano palchi addohbati di festoni di mirto ••• N è la via del Cot•so soltanto era messa a festa; ma può ben dil·si "he la via del trionfo cominciasse dal palazzo di S. A. R. la principessa di Sassonia, che con un variato disegno adornò di drappi a divct•si colori tutta la parte estrrna <lei muro della sua villa alle Tre Cannelle, inalberandovi pm· la bandiera pontificia: il qual e muro di rozzo ch' esso è, foggiato cos'i ad una ricca salà, eontrapponcvosi mil·abilmcnte a quello che ha dirimpetto. Quindi passato la piazza dc' SS. Apostoli , sull'angolo della via di S. Romualdo, sotto un padiglione ricco d' oro e della divisa del Pontefice appariva lo stemma di PIO IX , sort•ctto da 1\omn; c su ambiduc i lati di quella cont t·ada stendcVasi un ordine di aste, riunite per via d' a•·r.hi di mortella, ot•nati di festoni bianchi c gialli ; i1 che a mara,-iglia disponeva alla gioia, ebe entrando il C01·so cresceva tanto, sinc!Jè ingigantiva. La loggia del casino all'arco dc' Carbognani abbellivasi per un disegno del giovane c ,·niente architetto napolitano sig. Cipolla. Sopra un basamento ornato a drnppi di damasco rossi e bianc!Ji c gialli, guarnit i di trine d'oro, inualzavusi quasi il pt•ospctto di un tempio, le cui colonne coronate di mortclla ad auree spit•c tct•minavdfto con un vaso di finti fiori. Negl' intcrcolunnii brillavano le rose cd altri fiori pur finti, ma pe•· la loro gaiezza da ingannare la verità: c pc•· chi si festeggiasse e •·a chiaro da un arco che, sorgendo nel mezzo, offriva a vedere il ritratto del Pontefice dipinto dal Licata.Jlimpcllo ad essa pur la loggia del Berti'ni adornavasi di arazzi , e fm due epigrafi f•tceva mostra di se l'arme del Pontefice, sotto cu i era scritto - Soorano be11e{ico - Pontefice glorioso. Procedendo innanzi non noterò in quanti balconi fosse sct·itto con parole d'oro, iù con fiot•i , qua a note di amore, il nome dell' a:lorato Pontefice.' Godeva l' animo di tutti al mirare nella casa de' sig. Folcari sventolare due gt-andissimi stendardi, uno co' colori c lo stemma pontificio e il motto VIVA PIO IX , l' altt·o colla insegna e i colori degli Stati Uniti di America: il console di quella nazione mrscol:n•a cosl 2

- 18- <legnamenlr il suo gaudio nll' r sullanzo c~mune. E piaceva pnr leggeo·e sopra una fascia mcSSll a colori il motto che scriveavi un fo·<oncesc nel suo idioma Vive PlE l X in mezzo a due tond i che uc o·icoJ'(lavano la e lezione (17 ],.in ), c il perdono (17 l uillet ). To·alascio gh arozzi antichi c vagh issimi , onclr magni fici s i mostravano i palozzi dc' nobi li ; non conto le band iere ch e ondegg iavnno da' balconi, chè ciò sarehbc lunghiss imo. Mi fermo pe rò volentier i i nnanzi il c.•fTè de lle belle arti , dove in un bassorilievo leggo Dall'umore l' unio- ""' c <JUiudi al palazzo Ruspoli, olove il propr ietar io de l ca ffè sig: Vincenzo Ricci h a cangiato tu tta la l inea delle fcncs to·c in due sontuose logge pal'lltc n bianco c glallo. Nel mezzo di esse in lmssoo· ilicvo in gesso fl'll un serto d i lauro, nel cui nastro era scr itto Pacis rcstitutor, •·aplll'rscntHvn• it rltratto del Sommo Pontefi ce: commuovcvn il rum•r tanto il mirar lui , che il leggere queste parole che sotto vi scrissr il eh . sig. Francesco Spada. n mon,lo po l eo:~ n ~n conoscerti : Conoscendoti non potea non amarli. Sf• :t n i cuore ti epido nell' amarli, Dio lo risraldi o lo spezzi . l,.t•licc tJuel pO()Oio che, 1>ari a noi, Possa obbedi re adorando. E,.,io•a PIO IX lcggcvas i sotto il suo stemma inna lzato fo·u un parato"il i clamasl"l oi al ca iTè de lla l'crgoln ; c lodi a lui r ipelcvtl con questa iscr izione sotto un r icco baldacch ino il nosocomio di S. Giacomo in Augusta : A te PTO IX- 1\'on potendo allietarsi di tua presenza - Innalzano un gr ido di plauso - Dal Ictio ~l' in rermj - E il tJo lcc I)Cnsicro - Cbc ad essi sci padre - ...Ap.1eno acerbo il dolore. P iù innanzi un vcrunc messo a fior i f•·csehissinoi presentava le insegne dc' Mastai, c sulla fine del Corso un motto: Viva PIO l X, felicità del secolo nostro. F inalmente avanti l'arco a i loti delle chiese sulla piazza del Popolo elevavansi due palchi addobbati a festa. Nel vcrone della locanda del sig. l\Ieloni r ilucevano quattro bandie re coronate di lau ro , ed una r icca loggia go·andeg11iava al di <lieto·o la fonte rli Nclluno. Ma quello che più faceva attoniti eo·a il l'i neio, sovra la cui cima sven-

-19tolnva uno stenda rdo bianco c: giallo col motto VIVA PIO IX : mol - to popolo emvi intol'llo; molto se ne 1\ffoll avo nel sottoposto belvedere, innumerevole colca facensi ne' ripiani inferiori , e la stat ua di Roma pur essa sosteneva molti figli del novello suo padre. Ecco in scncrc come l'amore de' cittadin i nvem adornato la via del trionfo. Eppure questo era nulla; ma su tutte le logge , tutti i balconi, tutte le botteghe, le porte converse in palchi, la strada, le piazze affollavasi il popolo, ansioso di gcnuficltcre al suo benefico Sovrano. Vedevi un andare~ un venire, un domandarsi, un affrettare l'ora beata col desiderio del cuore. Finalmente un plauso, che dall' estremo al primo capo del Corso si ripercosse , annunziò che il grande momento era presso. Ecco innanzi appar ire una bandiera bianco, su cui era il motto: lu&tilia et pax, e molti giovani scguiwrla innnl· znndo rami di olivo, e gridando VIVA PIO LX, e tutti nd echeggiar loro, tutti sorgere sui piedi, urtarsi, sospingcrsi per lo via, accolcarsi sull e fcncstre, sulle logge, e un onrlcgginre di bianchi fazzoletti per ogni dove. Le madri inna lzare i bamhini , i padri i figli, un pian· gerc universale di tenerezza nel miral"lo , nell'esserne benedetti. Egli mosse sopra una via di giustizia e di clemenza, r. ieri i suoi sudditi ne hanno sparso il cammino colle lagrime della gratitudine che feconder<ì sempre fiori intorno il suo trono. E fiori piowcro dinanzi ad o:;ni suo passo com'entrò nel Corso : giunse alla piazza di Sciarm, e dalla lòggia del cosino si vc•·sm·ono fiori ; pervenne fra gli evviva all' angolo di S. Claudio, c dai balconi i socii dell'altro casino esultando diedero a piene mani e fiori ed iscrizioni c poes ie. F1-a l'accorrente pop<1lo, non mai sazio di acclamarlo, entrò finnl· mente PIO IX nella ch iesa di Maria , addobbata riccamente n festa. lvi assistè all' inc1·uento sagrifizio, cui celcb•·ò l'Eminentissimo Fran· zoni, circondato da quasi tutto il s.•cro collegio de' Cardinali residenti in Roma, quindi ripartì. Narrerò la storia del •·itorno ? sulla medesima via , fra i medes imi plaus i di trionfo , seguito da tutti gli Eminentissimi che avevano ass istito alla cappella, si ridusse al Quirinale, dove il popolo entusiasma to lo invitò a benedirlo. Ed egli , angelo di pace, padre festeggiato d~' sudditi, apparve sulla loggia rinnovando quella henedizionc , che fu promessa di bene nel pi"Ìmo gior·no dell' flugusto suo regno.

-20Come fu scro, una luminaria gcnerolc avvivò la città; ma le vie in cui si di ffu se uno splendor di ciclo furono quella di S. Romualdo c quella del Corso. Nella prima pendendo dagli archi di mortclla lampionci ni a colori in mezzo a molte foci, spondevano una gradevole luce ; nell 'altra, sovra ogni trofeo una facc, c dove lumi a colo l'i, dove torce di cera, dove disegni a trasparente riflettendo la immagine o lo stemma di l'IO compivano la gioia. Ma le logge dci casini , c alcune altre a S. Marcello c a S•.Carlo preva levano a' pitì sontuosi palnzz i. Troppo sarcbùc il voler particolar izzarc tutto ch e v'ebbe eli nuovo ; m'appagherò del notare .la loggia dell ' Antonini vagl\issima per In spessezza c lo splendore de' lumi , il primo piano del palazzo 1\aggi' le cui fenestre in ogni davanzale p.rcsentavnno coronato di lud ilrilrnllo di PIO lX con un motto di lode, l'angolo dci Caetani illuminnto a ccrn, c la casa sull'angolo di via della Frezzn, ovc le logge c le fcnestre t•·asparivano in un bizza•·ro disegno il nome di Mal'ia c quello del Ponte fi ce, c finalmente la piazza dell'opolo. L'arco, il cui gruppo principale, a quando a quando prendeva vari colori dal bengal, c i fabbri cati, erano cinti di faci: il convento degli Agostiniani e la caserma de' cnrahinieri , innanzi cui molti trofei colla divisa pontificia i nnalzavansi , erano illuminati di torce a cera nelle fcnestrc, c nelle ferrate d'innumerevoli luci. Vari i concerti musicali ra llcg•·avuno la moltitudine, tcrmimndo la festa l' innalzamcnto di un grande gl~bo acrcostatico in una contrada vicina. Alla fin e una torma del popolo minuto , levando in alto uno stendardo sovrn cui el'll scritto : Fedeltd eterna a PIO IX da- /ore eli T'ace, pc1·corrcva la \'ia del Corso gridando evviva, cui rispondeva il plauso di tutti. Mosse 11uindi al Quirinalc, dove i•woeando di nuovo la benedizione del sommo Pontefice, non andò gua l'i che questo benefico c gcnc•·oso Principe, beneh è l'ora fosse tarda, apparve sull a loggia a compiacerla ...Così colla sovrana benedizione scenda su loro la moJerazione, la pace !

IJ.ill.W..\!!I!II!!II!IIl!ll!!ll!ll!!l!ll!lllllllll!!!lll!!l~ TROVIAMO Ìndubìtate OlCDIOI'Ìe le qoolì ne liVIertono , che fino dal nono secolo i sommi pontefici, seguita che tosse la loro coronazione nella basi lica vaticana, solcvano recarsi al patriarcliio latcrancnsc, ove dimora·vano, con nobile e splendido corteggio di grandi personaggi, dì mìlit.ìe, di popolo. Questo ritorno del nuovo papa dal Vaticano al Laterano venne detto processo, o processione: la pompa che lo accompagnava crebbe di mano in mano e si fece più solenne e imponente. Ad essa durò il nome dì proceuo fino ai tempi di Sisto IV, ne',(uali gli scrittori lo mutarono in quello dì possesso, conforme è a' nostri giorni: pera! tro proseguì ad aver luogo la ccrcmonia subito dopo la coronazione del novello pontefice. Gin!io Il però mutavo questo costume, pigliando possesso il giorno quarto di dicembre 1503, mentre era sL,to coronato il 26 novembre dell'anno medesimo. In seguito poi Gregorio Xlii separò affatto le due cc•·imonic della coronazione e d.el possesso. N è certo v'era più bisoguo che accadessero ambedue nel medesimo giorno. I primi papi, "'endo stanza al Laterano, dovevano per necessità recarvisi tosto compiuta la loro coronazione al Vaticano; e da ciò ebbe origine il "processo, o processione. Quando però la dimora pontificate si tramutava, prima nel palazzo di san Marco, poscia in quello sul Quirìnale, non era più necessario che la pompa dell'andata al LatCI·ano SC!;uissc il (lì stesso dell ' incorouamento: quindi si p•·otmssc, a principio, di ' al<:uni giorni , c in seguito anche dì qualche mese.

- 2'lPapa PIO IX , clclln il16 giugno, consacrato il 21 , p••clissc pc•· l'esecuzione del solenne suo possesso al Latc•·nno il di ottavo di no- ' 'cmbre 1846. Disposte le cose per la r.c•·emonia , nel giorno stabilito , le strade per dove la pompa aveva a passare, si videro risplendere per addobhi di ogni sorta c per magnifiche dccorozioni. Ricorderemo , scorrendo la via Alessandrina, 'la r"'sa del signor Fanucei pe'ricchi addobbi che la di stingue•ano ; e giunt i al fine della via llonella ci fermeremo d'innanzi alla pontificia nccnclemia roman.• dett.• di Snn Luca, e ne· osserveremo l' ingresw. Vedcvasi questo decorato d' un ornamento architettonico wrmontato dn un' iscrizione, cui sonastava l'arme dell 'adorato PIO IX, dettata da quel chiarissimo letterato che è il professar Salvator Betti, segretario perpetuo dell 'accademia stessa. Cosi era concepita l' isc•·izionc: l'IO IX GERAhCA SANTISSIMO OELIZL\ DBJ. (iJo:NERE VlUA~O L'ACCADEliU TVA DI s. L\"CA "l'l ACCO.\IPAGNA AL Tf:~IPIO CON •• ER\' IDI VOTI IJHNEOICENBO t.' AI.TISSii\10 1>1 VEDERTI AVTORE 0 ' \ 'N lìEGNO DI eARI1'A1 nt SAI'I~NZA Entrando ora per l'ampia via, lì ancheggiata da doppi filari d'olmi, la <tnnlc muove dall' ••·co di Settimio Severo , e giunge fin presso quello dell ' otlimo Tito Vt'spasiano, ci verranno osservati spessissimi trofei romani intramczzati da statue, ogni cosa colorita di chiuroscuro. Qur.sti trofei , che a notti' dovevano sostenere foci ardenti , c <tueste statue erano collocate ne' lati, e si congiungevano per mezzo di vcrdeggianti sc•·ti di mortella sparsi di fiori. Lungo il muro dc' famosi orti farncsinni tutto sfolgorava di scelti addobbi , con gentil di segno dispnsti , in velluti, in veli, in dmppi di colori di!fcrcnt!, con se1'1i eli vcrd\u·a c fiori, con guernimcnti d'oro, c con frc;;i divcr•i, fra' quali campeggiavano bellamente i gigli dc' Fal'l!csi.

-25Jh anzanrlo nel cammino, c t;iunli in cospcllo della slupr•Kii,.ima n'wlc de ll'anfi teatro Flavio, oggi il Colosseo, ti •·eniva vcdutt• ·una iscl'izionc , dettala dal chim·o commcndalOI'C Pietro Ercole Visconti , commissario delle t'Omanc anti chità. Essa occupava la luce del graud' arco centrale che un dì srrvi\'a eli romunie<ozionc fra il palazzo dc' Cesari c l'anfiteatro, c diceva : PIO IX PONT. !\fAX. QUOD INSTINCTV PIIO:'rA1'1S Mt:: STISQ\'t! MAGN I T\' Ill~t; l~ 11,50 Sj'-C• PRI~Cll'AT\'S EXURI>IU VROE~I t:'r ORHEM IN Sl' t.:l\1 1\IANS\'RAt.: Ff;LICITATIS ERH'UT PRAEF. Xli HRI A.'iTtQ. t.: \ R. Facendosi poscia per la lunga e spaziosa via che da l Colosseo mena per diritto cammino a lla piazza latcruncnsc, fra moltissime gaiezze, invitava i passeggicri a fermarsi davanti a se il casino, o museo, che a nuo••o si edilìc.' dal corumcn. Ginn Pietro C>mpana, congiunto ad un'amena vi llclla, c posto a pircola distanza dall' ospedale di Sancla Sanctornm. Il prosprltn di quel casino è mul'i\lo con gentile c severa architcllurn, c vn Ol'nalo con ogni mani era di eleganza. :)ylla prima )JOI'la rhc dà ingresso al g iardino si leggeva rrur. to distico: Dane Piur invisen8 replevil numine stdem; Quid mimm c111111 &i micat i!M<L novo ! E sulla sr concla porta stavano scr iUi i srgucn•i \'crsi: Poicht al gran Pio di porTe il pi~ non •piacque In, qtu11o , all' arti &acro , umil reauo, A novello splmdor lfllto rinacqt~ e. l)ircmo anche che ivi si rnccva ammirare quel gr·uppo colossulc in istucco , rhe nell' inte•·no del luogo sormonta un ben ident<l J>o rtico. Quel gruppo, la••oro del ))ella llitta , rapp•·csenta Roma tr ionfalrice; c però lo si reniva da tuUi che pussavnuo conlcmphuu_lo , prrchc allusivo u muraviglia ulle gestn del NoNo l'•o. Nè passc·-

-2-i - remo in silenzio, che al gim·clino si congiungeva uria ben IUQI!" loggia, il cni davanzale, con orte miral>ilc, era formato di freschi c sccltissimi fiori in bel disegno ordinai i. Ad adornare poi la Basilico Latcrancuse crau collocate le seguenti iscrizioni COIIli)()Sle da monsignor Felice Giannclli. Nella ra rrin principale lr.ggcvansi le due seguenti , n1•l mezzo drllc quali era l'arma pontificia. Nel lato •erso lr mura della ci ttò: Audi Deus oplime mnime- Quae tibi Tola nuncuJ):tmus 1.1ro r,•licitatc - PJJ IX. Po ntiOrls J\lashni- Quando Ecclcsiau catho1ical' d itinni {JOn tirìc i:wPastorcm princlpem donneris - Quem omnit Till anl•• arta - :lhg-n itudo animi sin~ular i demenli11 illusi rata - Mens 1lacritas in r e p ubli CJ curanda - Tanto numeri ntnnquam imp;uem fore spondenl- Adesto patri a1nanlissirno 11rinci()i providentissimo - Vti gcntcm romanaru nomc n ca tiJOi icum - T~ auctorc JJlurimos annos - Tuealur !len cC amplifif'f't. L'altra dol canto delle scale SAnte, cosi era concepito: I)JO IX. Pontifici Maximo- SollNnnia ob mem01 i:un dt_'tlicatae Dasilicac hlllerancnsis huius - .Matri s ecclf'siarum omni.um uiJicunw:luc geutium - J>ontiOatus su illOSSebioni s belilia et- BcaHssinii adspect us nuicstalc augcnli - Piaudite quicumquc adesti s eh·es et advcn:w - PJtrcrul'• storcm princiJ>cm - Quem sibi divfnltu s oblatum d atum<(UC- Rei aacra el(Hihlica lae tata est - Ad optimam quamque spcm erecta- l';~CiJ et saecuH felici~~:..,imi- Sah um SOS(>ilcm quam diutissime - L.t~eti libentes at.l ()recamini. Nell' interno del portico sopru la porta magginre : Succede Pontifex Ahxime - Auctor con.-ordiae amor populorum - In posscssionem pontificatus ingrcdl•rc - Qucm ti bi 'irtulc partum pietale firmatum - n e, r egum Christus Sah·ator detulit- Cwius to vi ccm praeclare explentem - Vnhersus or bis admiratus - Rrne no bis t• t rei christianae fu turum- Praenuntiat. Sulla 1101'tu del minor portico <Iella busilir-a: IliO IX. Ponlifice lJu:lmo - Nobis e t or bi catholieo divinilu.s dalo - Quic umque iogr('der is- Cbristo Doo SaiTalori- Jnunortalcs ~ ratias 11gc - ldetn1111C \'Oia lubt•m facito- Yti quC'm illc hoc f;m:o~to fcliciquo die- Ponlifica lum m.uimum auspicato•·- l ' lulimos u.nnos inco lnmi s geral - Quippe ilio saho sa l, a res est- l..a, finna et St·curhas. llcntro la l>asilica poi sopra la porto minore era la seguente: Virgo Dei parens r rrum domina - Eccle:tiar sospilatrh et urbi:i nostrae - f.arlites sanct l <imi - Quo rum nominibus \{'lltJJiuto PSI dedica tunl - P l V li 1X. sumrnum antistitem sac•on un - l~unti llcahnn m:u. imum hoc dic aus1•icant.cm - Propilii vol f'n lrs C.XCÌ J)Ì I(' - 11atn~m Jlalriat• <~dS(' r to1·e111 Jlietatis- Senale incolume•~ - Cuiu~ ~na cogitatio una w lli citudo esi - fnr remcntom rcligionis Nlus pubhca - f c.ltc•lall JWpulorunt . Quc• t• che acccnnmnmo, cruno le cose l'ili 1·imn1·cbcvQli (' dcguc

-25 di speciale ricordo, luogo la strada cbc il Pontefice col nohilc suo corteggio doveva percorrere. Ea·nno le ore diciannove, e la cavalcata moveva da l Quirinale, sfilando con quest'ordi ne. Pa·ccedcvano una schiera di dragoni n cava llo , ed altra di carabinieri per isgombrare la strada. Seguivano quindi altre schiere di drag?ni, c carabinieri, precedeo.do i due battista-ada, e il sopraintendente delle scuder ie di Sua Santità. Veni.aoo quattro guardie nobili, alle qual i tene\·ano dietro il fioriere maggiore, e il cavallerizzo, tutti due con indosso l'abito di maglia ocra, conforme è costume. Segu itavano i camerieri d'onore di spada c eappn; i camerieo•i d'onore in abito paona~zo; i camerieri segreti d i spada c cappa, vestiti alla foggia di corte nel cinque cento; i Cll - mc l"icri segreti in abito paonazzo, il Cllpitano della guardia sviucra in armatura rabescata in oro r anurro con pendagli di cuoio, avente attorno a se alquant i de' suoi soldati. Da ultimo veniva monsigooa· governatore di l\oma in abito prelatizio, recante iri mano la bacchetta del comando, e montando un cavallo l~mlnto in paonazzo con fiocchi. Seguiva tosto il croeifcro colla croce papnlr. Si udivano allora tuonare le artigl ierie del forte snnt" Angelo. La Cllrrona, con entro\ i il Pontcfìcc, usci1 n in quel punto dalla gran porta del palazzo. Il Santo Pado·c sicdr.va entro la c•n·rozzn avendo a se dirimpetto i curdinali Vincenzo Macchi, sottodecano,c Pietro Ost ini , vescovo alb.1ncnsc: la car rozzn medesima r rn_precedutn dai ptolafrenicr i,e ciJ·rondatn da 'lllesli c dalla gutu'llin degli sviucri in abito di grande uniforme. Tcnc,·n nppresso al l'ontclice monsignor maestro di camera (monsig. Francesco ~h-dici d'Ottaiano ) , cavnlc.1ndo fo-a due Cllmcrieri scgo·cti; quindi monsignor cnudntario; due aiutnnt i di camera, lo scopalorc co' subalterni suoi. Si ava ooza\n poi la por tant ina del pontefice recata da sei palafrcnieri , c subi to dopo succedevano, su cavolli h.1rdati in paonazzo , monsignor maggioa·dowo dc' sacri palazzi, a capo dei vescovi assistenti; i protonotai'Ì npostolic i ; gl i uditori della sncra romana I'Ota ; i ehcrici di camera ; i ,·olant i di segnatura; gli abbreviatori del poa·co maggiore; i rerea·rndaa·ii di scgnaturn. Sncterlcv:ono poi le guardie nobili ; c da ul timo chiudeva la pompa altra srh iera di dragoni c caa·abinicri a cavallo.

-26 - Giunta cosi In carrozza de l l'ontcfocc sullo vastissima piazza la· tc1ilnc1 JSC, tuonarono nuovamente le artiglierie del castel s.1nt' An· gelo. Pervenne quindi p1·esso il ftUnoso trielinio, ove, ali"ing•"CSSO del potriarchio di fianco alla ba.silica, era formato un ricco p:•diglione in velluti adorni con frange d'oro e soppanni bianchi a code di armcllino con co•·ona in cima e ai lat i le mani di giustizia. Di , 1ui uscim ;(senato•·c di Roma (Domcn"ico Orsini princi(JC di Gra· , inn ), \estito co' solenni abiti senatori i, e accompagnato dai signori conservatori del popolo romano, con indosso i ruboni di ganzo d' oro. Eglino crono corteggiati dai magistrati capitolini , dai paggi, doi cappellani , e dai servi, avendo attor•)O per guardia una schiem di milizia capi tolina. Fennossi allora la pontificia carrozza. 11 ca- \allcrizzo di Sua Saotit.> ne aprrsc lo sportello, c il senatore, (>Ostosi ginocchioni, con hrcvc orazione lntina ofTerse al l'ontclicc la fedeltà cd nb!Jedicnzn de l senato c popolo romano, c il1iapa a lui ri· S(JOndc'a con gratè parole nel linguaggio .medcsimo. Dopo ciò, lo carrozza procedette vc•·so la basilica, facendosi n li ' incontro il rcvcrcndiss. capitolo e clero late•·nnense Cf'' due suoi gonfaloni c colle croci inalbcmtc. Sua Beatitudine discese per recarsi al portico, il 'lualc, al pari t.lcll' interna busilica , vedcvasi splendel'c per sontuosi addobbi. In esso portico si sl.llvano schierati, for1nando nla nl pas· saggio del Sovrano, molt.1 parte dci principi 1'ornnni, gli ambascia· tol'i stranieri, i comandanti delle soldntcsche papali, ed altri dignitari i delle milizie. All' cntra•·e nel (lOrtico, il curdinalc arciprrte del ho basilica ( Eminentiss. Benedetto Baroorini) oiTcrse al Sunto Padre o bnciarc la c~oce, il che egli escguh·a prostrandosi prima c ndorondol;. In 'lucstn, i cantori intuonarono n coro l'antifona : E cce sacerdos 111ltgnus, c si fece udi•·c il suono festoso dc' sacri b1-onzi. Il Pa(m 'luindi andò od assidcrsi nel trono apparecchiatogli (li'CSSO la portu sanru , cd ivi stando assunse gli abiti pontilicali, e gli fu posta in cupo la mitriu : prcsentossi allora innanzi al Po nt~ficc il cardinale arciprete della basilica, nceompngnato dnl vicario della mcdcsinw , portante in un bacile le chiavi del sac1-o tempio. Il pOI'(lOI"nlo proffc•·iva brc\·e orazione latina, mentre il capitolo c il clc•"O stavansi prosti"Ut i ; quella finita, lli"Cscntò al papu le ch;uvi della basilica ,

-27che furono acct•ltale, c rese ol vicario. Venne poi il capitolo cd il clero ammesso al bncio del piede. In questo meno i <'ordinali avevano vestito i sacri pao•omenti, conforme fecero anche i prelati, ciascuno secondo la sua dignità. Talchè il Pontefice , sceso dal trono, si ovviò alla por ta maggiore del tempio. lvi pose l'incenso nel turibolo; ricevette dalle man i del cardinal souodtJcnno l'aspersorio con cui segnò se stesso prima , e poseia asperse i circostanti; q uindi , si ndogiò nella sedia gestatoria, e portato da' palafo·enieri so!lo il boldacr hioo, le cui aste erano tcuute dai caoonici latcmnensi , entravo nella basilica, preceduto dalla croce, mentre i cantori p8J)Qii intuonavano l' inno ambrogiono. PCl-venuto al luogo in cui custodisconsi le teste de' principi degli apostoli, sce6e nuovamente per adorarle. Tornato a sedersi sul seggio gestatorio, proseguivnsi il cammino fino all'al tar maggiore della basilica; e sceso di nuovo, e o!'lo to ch' ebbe avanti ad esso, s i col - locava in t rono nel mezzo dell' abside, standos li attorno negli staIl i canonicali i porpornti. lvi ricevette all' obLcdienzo il sacro collegio , pc•• via del bacio della mano .otto il pluviale : dist ribuì a ciascun porpora to il presbiterio, ponendo nell' apert uno della mitria di ognuno due medaglie, che di mano in mano venivano po•escntatc da mons ig. tesoriere al card. primo diacono ( Tommaso l\iario l:ìforza ) , il quale dnvalc ul Pontefice. Compiuta la cercmonia, il tcsori eo•c medesimo consegnava due medaglie al senatore di Roma , che sta· vasi in piedi presso il card. primo diacono. Allora il l'ontefi<"' sali all' oltao·e, e, baciatolo, vi rlcposc la offcrlll, portagli da l tesor iero in una borsa riccamente lavorata, con ento·o,·i monete d' 01'0 c d' argr·nto, rla usars i a benefizio della basili ra. 1 1oseho , intuonntc le consuete preci , il l'aJia benedisse al popolo che in folla to·ovavas i nel santuario. Disceso dall' altnrc, c cintogli il capodel triregno , Sua lleatitud inc accompagnato dai c.ordinali c pr·clnti sall nel palazzo laterancnse, c giunto sull a g,..n loggia nel prospetto princi Jialc del tflllJiio, dopo aveo· pregato fen ·orosamentc , alzò In mano n benedio·e l' immensa molt itudine del sottostantc popolo. lo quel momento le campane della basilica suonarono a festa ; le bande mu, icali delle mi lizie schierate sulla piazza fecero cchcj;· ~;iarc intorno fcstcvolissimc ao·nJonic; il for te sant' Angiolo facc''"

-28tuonare per la terza volta le sue orl iglicric, alle quali l'i spontlc· vano <1ucllc ""C all' uopo cmno state ll·ascinutc sulla piar.za latera· ncnsc: ma, e suoni c rimbombo di m·tiglierie rimanevano superati dalle grida d' esulwnza della st<·roninaUl moltitudine. Compiuta cosi la solenne cercmonia, il Pontefice, spogliatos i le vesti sacre, si ripose in carrozza, uscendo per la porta prineipalc del patriarchlo. Quindi rimbombando nuovamente il cannone, tra le armonie musicali e il suonar delle campane, ripigliava la vio per cui era venuto, c si resti tuiva al Quirinalc , col medesimo corteggio , ma seguito di più da tutte le milizie a piedi c a cavallo, che assistettero all' otto del solenne possesso, e dai cannoJ;Ji, condotti dagli arti · glieri. Il r itorno al Quirinale fu pel Pontefice un trionfo continuo. Gli evviva, gli applausi, il piover su lui dc' fiori fu pari , cd anche maggior·e , di quando poco prima, rccavnsi al La torano. Come appena egli fu entrato nel suo palaz1.o, il colle rimase ingombro da irrnumerevole moltitudine. Dn ogni lato s i levavano al ciclo gri da sonore, chiedenti benedizione. Volonteroso accorreva il Santo Padre sulla gran loggia, e colle lagrime agli occhi, nel più fervente cccesso d'amor paterno benediceva i suoi figli. Cosi il popolo romano mostrava , ch' egli , conservando la magnanimi t:\ dci suo i maggior i , ne ha da se allontanato i difetti, e che oggi torna bugiarda la sen· tcnza di Tacito, Breve•, et infaustos populi r omani amores.

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