Le feste del popolo romano ... in onore dell'amantissimo sovrano Pio IX

-10cloè il vo lere della l'o'Ovvidenza, o gloria della rclisionc , cb iao'O si palesava nrllo insi stere dci supplicanti. Quindi , in mcn che noi dico , vengono distaccati i cavalli , c, nulla essendovi di apparecchia to all'uopo, mille mani , ·olontcrosc s i cffcrrnno alle cinghie, al timone c dovunque meglio il possono: la carrozza ripigliu frettolosa il cammino fra le grida unanimi e non cessanti d'innumerevoli spettatoo·i. Se la venu ta del Papa allo chiesa della llfi~&ione aveva somigliato i maggiori trionfi mOtlcrni; la sua tornata al Quirina lc vinceva 11i grnn lunga quelli che i nostri antichi apparecchiavano ai loro Cesnri vincitori. L.' via cm coperta di m ortelle; dall'alto delle case piovevano fiori , scrti, ghirlande in copia, nè vi mancava il pncifero olivo: ne l fiuo estate, sembrava rivh·ere la po·imavera. La carrozza, con cotrov i il Pontefice massimo, procedeva rapidamente sccura: la infinita turùa popolare non aveva più lagrime, chè quelle encorn ch' hanno la sorgente nella gioia , inaridiscono. Ai petti però non mancava In leno , chè il cuore ad ognuno la roinistrnva abbondantis - sima: quindi le voci festcvoli si rafforzavano luogo il tragitto, c, confuse in un solo gr·ido, vincevano il romorcggiarc del tuono. Cosl procedendo, il benedetto Pontefice toccava il Quirinalc; cntrnva ucl suo palazzo. La spnziosa pianura in vetta nl colle tornava angusta alle moltissime migliaia di attoniti SJlc llatori , che per nulla si sgomentavano del soffocante caloo·e della stagione: avresti de tto, che il fuoco della carità cloe incendiava quei petti facesse scordare la vi - goria del sole giunto al meriggio. Il papa fr·ottonto co·o salito alle sue: stanze , da dove, essendo ogni cosa po•onLa al bisogno, si portavo in pompo sull a gran loggia del paiano per benedire il popolo. Al solo mostrarsi , gli evvil•a intro· nao·ono l' aria; ma vedendo che s i diSpo!!evu a ll'allO religioso e 60lenoe, si fece d' improYiso tale un silenzio , quasi il Quiriuale fosse lutto deseo·to. Egli nella picneua dcllu fede levavo c volto e mani a l ciclo, con sonora voce chiedendo dall'Onnipotente le sue benedizioni sul popolo cattolico. L'angelo del per-dono , che rtuella preghiera porta,•a al trono dell'Eterno , tornava ratto , recando sulla terra la bencdiziont: del Dio di pace , il cui Vicar io, con tutta l'efficacia dell'anima , la diffondeva sul rapo dc' po'Ostcrnati credent i.

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