Paolo Costa - Dell'arte poetica

SERMONE Oggi l' arte che gli occhi alla natnra Tiene fedeli , ha per scipita e fredda. La gloria del co'turno i petti accese D' altra non minor gloria , onde in Atene Con simulati volti uscì la prisca Commedia , che con dente atro e maligno I cittadini morse , e fra le nubi Socrate a gioco della plebe espose. Gridar le leggi: alla licenza il freno }.,u posto , e tacque vergognando il coro., Allor rise la Grecia alle innocenti Favole di Menandro , e come vede Nel chiaro fonte il suo volto colui, Che naso e bocca ha sconci ed occ'hio tort,o , Così gli astuti servi , i folleggianti Giovani , i vecchi avari i vizi loro Videro e ne arrossir. Di Grecia a Roma Venne poi l' arte , e ai secoli più tardi All' Italia novella, che l' esempio Antico seguitando uscir non seppe Dalla segnata via, finchè da' cieli N'on le fu dato il veneto poeta , Che i costumi ritrasse , e diede bando Alle lascivie , onde Jnen bello è l ' oro Dell' età medieèa. Lui fortunato Se dalla povertà fatto loquace Ben cento versi e cento in poco d ' ora , Non eruttava o lotolenti o vani

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==