Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

metallurgici a Bergamo, quello dei muratori a Siena, le lotte del Carrarese e di Terni, la serrata metallurgica del Fossati a Sestri; né si limitava a lotte di esçlusivo interesse locale, ma appoggiava tutti i movimenti a carattere. generale, come l'agitazione dei ferrovieri, lo sciopero delle sigaraie, il movimento contro il militarismo 17 • Il quadro dell'organizzazione sindacalista A Milano al principio della primavera del '14 vi fu una ripresa del movimento che confermò l'influenza che i sindacalisti esercitavano sugli operai della città per opera soprattutto di Filippo Corridoni. Nel marzo, erano circa venti le leghe iscritte all'U.S.M.; le lotte di categoria e gli scioperi da essa diretti durante il primo anno di attività era stati numerosissimi 18 • Se a Milano e nel suburbio industriale vi era un grosso nucleo di sindacalisti, la regione d'Italia dove essi avevano maggior seguito era però l'Emilia-Romagna, che da sola contava quasi la metà degli organizzati aderenti all'U.S.I. 19 Era tuttavia assai potente anche la C.G.d.L., che aveva le sue roccaforti a Reggio Emilia e a Ravenna. In queste due provincie l'indirizzo riformista dominava incontrastato poiché la presenza dei sindacalisti era del tutto irrilevante 20 • A Reggio Emilia, in particolare, era molto sviluppata l'organizzazione cooperativista criticata aspramente dai sindacalisti rivoluzionari. In un primo momento questi avevano guardato con interesse alla cooperazione, proprio per il suo carattere di associazione economica mirante a trasformare le strutture della società capitalistica; ben presto però avevano finito con l'avversarla, ritenendo che essa negava la lotta di classe e i suoi metodi rivoluzionari 21 • Centro indiscusso del sindacalismo rivoluzionario era Parma, sede dell'Unione Sindacale Italiana fino al 1913. La sua potente ed attiva 11 L'Internazionale, 6 giugno 1914. 18 Ivon De Bégnac, L'arcangelo sindacalista (Filippo Corridoni), Milano, 1943, pp. 44l-442. 19 Largamente rappresentati erano però anche gli altri gruppi di estrema sinistra. Il Partito socialista contava una lunga tradizione nel movimento operaio e nel ceto borghese (gli iscritti erano nel 1914 15.128 cosi distribuiti: Bologna 2.615, Ferrara 1.099, Porli 2.290, Modena 812, Parma 365, Piacenza 342, Reggio Emilia 3.607, Ravenna 3.998). Il Partito repubblicano aveva in Romagna il suo centro piu vivo e poteva vantare una indiscussa supremazia a Farli (le associàzioni repubblicane a Farli erano 243, con 21.892 iscritti, a Ravenna 109, con 14.441 aderenti). Gli anarchici, numerosi a Ravenna, Bologna, Porli e Ferrara, costituivano un nucleo tra i piu importanti d'Italia (gli anarchici erano a Ravenna 491, a Bologna 564, a Porli 242, a Ferrara 168). A.C.S., Carte Salandra, scat. 8, fase. 62; cfr. Riepilogo generale della situazione numerica per provincie e per colore politico delle associazioni sovversive al 30 giugno 1914, edito in appendice a L. Lotti, op. cit. 20 A Reggio Emilia i sindacalisti rivoluzionari avevano soltanto tre associazioni con 37 iscritti ma pubblicavano un giornale, Equo trattamento. A.C.S., Carte Salandra, cit. 21 Cfr. la relazione di Tullio Masotti al Congresso camerale di Parma del marzo 1914: « [Noi non vogliamo combattere la cooperazione, ma] evidentemente per il nostro convincimento politico e per la concezione teorica che noi abbiamo del divenire rivoluzionario della classe operaia siamo portati a vedere, nel movimento cooperativo un espediente del governo e della classe dominante per distrarre il proletariato dal suo terreno di lotta anticapitalistica e trascinarlo, con la visione di un tornaconto materiale immediato, sul terreno della legalità economica presente », in Silvano Bensasson, Cooperazione e riformismo in Italia. Roma, 1949, p. 35-41: 50 BibliotecaGino Bianco

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