Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Malgrado l'esaltazione ,della lotta e del suo valore educativo, Corridoni e gli altri dirigenti sindacalisti, avvertivano che grossi problemi di tattica e. di organizzazone si imponevano al movimento. Scioperi parziali sotto l'egida dell'U.S.I. dilagavano in tutti Italia; costretti per lo piu al fallimento dai ristretti margini offerti dalla situazione economica. I sindacalisti, pur riconoscendo che questi scioperi nascevano dalle legittime esigenze dei lavoratori di fronte allo sfruttamento capitalistico e testimoniavano il risveglio di una coscienza rivoluzionaria al di là degli effetti addormentatoti della pratica riformista, si rendevano conto che essi potevano produrre conseguenze negative all'organizzazione. Le masse si demoralizzavano, 1e forze sindacali si logoravano e, rimanendo nell'esclusivo ambito della lotta di categoria, perdevano di vista l'obbiettivo piu generale e fondamentale dello sciopero generale rivoluzionario. I sindacalisti si proponevano quindi di disciplinare le forze del proletariato e indirizzarle verso un'imponente azione unitaria. Per il 1915, allo scadere dei patti agrari, l'U.S.I. infatti programmò una vasta agitazione nazionale, che avrebbe impegnato i lavoratori agricoli, gli operai dell'industria ed i ferrovieri a dare un colpo decisivo agli ordinamenti statali 14 • Il Comitato Esecutivo dell'U.S.I., pertanto, inviava il 24 marzo una lettera a tutte le organizzazioni aderenti in cui raccomandava « di fare ogni sforzo per impedire che le energie ridestate dalla propaganda s.indacalista si dissipino in conati sterili e frammentari dai quali non è presumibile che si possa ricavare un beneficio qualsiasi e la cui mancata riuscita serve soltanto a seminare nella massa ·sconforto e scetticismo [ ... ] » 15 • L'U.S.I. pur riconoscendo l'autonomia di decisione delle singole organizzazioni, dava questa parola d'ordine: « Per quest'anno si deve fare il meno possibile di movimenti parziali, cosi nell'industria che nell'agricoltura, convergendo tutti gli sforzi riostri alla preparazione del vasto movimento generale che avrà luogo, con ogni probabilità nel 1915 » 16 • Si imponeva cioè l'esigenza di elaborare una tattica piu precisa che stabilisce un collegamento t_rail proletariato di tutte le regioni e di tutte le categorie e soprattutto mirasse allo sciopero espropriatore. Malgrado questi compiti di organizzazione e di disciplinamento delle forze a cui era impegnata, l'U.S.I. nel corso dei primi sei mesi del '14 sostenne numerose ed ìmportanti rivendicazioni di categoria tra cui ricordiamo lo sciopero dei 1 4 Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione Generale di P.S., Ufficio Riservato (1911-1915), C-2, busta 93, fase. 211 (II), sf. Parma, ris. 25 marzo 1914. 15 Ibidem. · 16 La lettera è firmata dal Comitato Esecutivo dell'U.S.I.: Chiasserini, Colombo, De Ambris, Montuschi, Racheli (segretario Tullio Masotti). A commento delle nuove direttive il prefetto di Parma scrive: « Ad ogni modo è certo che dalla sosta odierna, venga essa o non, inframezzata da parziali agitazioni, i sindacalisti usciranno piu numerosi, invigoriti, e quindi piu audaci, né resteranno dal tentare la messa in scena dello sciopero generale, non appena una causa qualsiasi precipiti gli avvenimenti ». A.C.S., Ministero dell'Interno, cit., busta 93, fase. 211, sottofasc. Parma, ris. 25 marzo 1914. 49 BibliotecaGino Bianco ,.

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