Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

provata una mozione, presentata da Armando Borghi, in cui s'affermava che « lo sciopero generale è uno dei mezzi piu efficaci di difesa e di conquista per i lavoratori miranti alla vittoria definitiva della classe lavoratrice con l'espropriazione della classe capitalista » 11 • L'azione dei sindacalisti destava viva preoccupazione nei dirigenti della C.G.d.L., tanto che a Mantova costoro ne avevano ribadito la condanna 12 • Tuttavia la tattica dei sindacalisti, che impegnavano una lotta frontale con le forze capitaliste, interpretava diffuse esigenze di riscatto e di rinnovamento delle masse operaie. In effetti le lotte sindacali alla fine del '13 e ai primi del '14 erano rese piu aspre daJ.lapesante situazione economica che l'Italia attraversava. L'industria era in piena crisi e si registrava un impressionante aumento della disoccupazione; le çondizioni di vita dei lavoratori agricoli e degli operai dell'industria erano peggiorate sensibilmente; inoltre la resistenza tenace dei ceti padronali, esacerbati dal timore di piu profonde crisi economiche e politiche, destinava il piu delle volte all'insuccesso '1elotte intraprese irrigidendo maggiormente la tensione del fronte op~- raio. Nel g~nnaio 1914 l'Unione Sindacale Milanese aveva indetto lo sciopero degli operai delle officine ,metallurgiche Miani e Silvestri, che si erano rifiutati di sottoscrivere la modifica ad un regolamento di ,lavoro. Dopo quasi due mesi di -resistenza gli operai avevano dovuto capitolare di fronte all'irremovibile atteggiamento dei dirigenti. Si era trattato di una pesante sconfitta. Mussolini sull'Avanti! aveva criticato aspramente l'operato dei sindacilisti milanesi accusandoli di inettitudine. Filippo Corridoni gli rispose con una lettera aperta, nella quale sosteneva che i sindacalisti, malgrado fossero quasi sicuri dell'esito negativo della lotta, avevano ritenuto necessario e anzi doveroso, affrontarla per impedire che gli operai, accettando ogni richiesta della ditta, incoraggiassero tutti i dirigenti degli stabilimenti di Milano a mandare in vigore « gli stessi articoli draconiani delle officine meccaniche». « Ed è colpa nostra - concludeva il Corridoni - se dopo quindici anni di egemonia socialista a Milano e malgrado la conquista di tre collegi le masse sono tutt'altro che preparate? Lo sappiamo anche noi, caro Mussolini, che fino a quando non avremo un'organizzazione operaia potente come quella degli industriali rischieremo di essere sempre battuti » 13 • 11 Ugo Fedeli, Breve storia deWU.S.I., in Volontà, 1957, p. 645 sgg. 12 Rigola, nel suo rapporto al Congresso, aveva detto: « Noi non vogliamo attribuire piu importanza che non meriti al fatto che il sindacalismo abbia " mietuto " qualche organizzazione qua e là nel campo nostro, per ingrandire i propri quadri. È questa senza dubbio una ragione di minor progresso per noi, ma non sarebbe il maggiore dei mali, se la tattica sindacalista stile " ciclone " non fosse un deprimente psicologico di per se stessa, in quanto che dopo un esperimento sindacalista subentra lo scetticismo e molti operai finiscono per non voler saperne piu né di " riformismo " né di " sindacalismo "». Cfr. R. Rigola, La Confederazione Generale del Lavoro nel triennio 19111913, Rapporto del Consiglio Direttivo al IX Congresso Nazionale delle Società di Resistenza aderenti alla Confederazione, Milano, Tipografia degli operai, 1914, p. 72-73. 13 Avanti!, 26 febbraio 1914. 48 BibliotecaGino Bianco

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