Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

portunità di incontrarsi per dissipare gli equivoci ·:sorti dalla condotta dei deputati socialisti in seno alle Delegazioni: ma l'idea - egli disse - accolta d~ parte austriaca, cadde per il rifiuto dei socialisti italiani con cui era entrato in contatto. In quella stessa occasione del congres.so, il dirigente sindacalista Domenico Gasparini, segr-etario del Segretariato trentino del ·Lavoro, promosse un ordine del giorno, poi votato all'unanimità, in cui la proposta del convegno veniva rilanciata 40 • E difatti, !).ella seduta della C.E. del partito trentino, del 2 novembre, in conformità ai deliberati congressuali, fu dato incarico al Segretario Ernesto Ambrosi di inoltrare copia dell'ordine del giorno alle direzioni dei due partiti, a quella del partito socialista di Trieste, nonché all'Avanti!; si decise anche che, qualora il voto del congresso non fosse stato accolto, ci si sarebbe appellati al Bureau Socialiste International di Bruxelles 41 • Non c>è alcun documento che permetta di stabilire con certezza un nesso tra questa iniziativa e la decisione presa ai primi di luglio 1909 dalla direzione del PSI di indire l'incontro a Bologna, ma non è da escluderlo 42 • La reazione dei giornali nazionalisti fu immediata e voiolenta, persino ricorrendo - come il « Resto del Carlino » - ad _incitare i bolognesi ad accogliere a fischiate i socialisti au~ striaci e soprattutto Fittoni. _ Occorre dire del resto che la notizia era stata accolta con notevole indifferenza -e pes-simismo negli 1stessi ambienti del PSI, dove l'affermato riformismo revisionista si esprimeva ormai anche come atteggiamento antiaustriaco, antitriplicista, ma in un senso già carico di forti propensioni francofile e anglofile. Amilcare Storchi, riferendosi a quella notizia, scriveva 43 : « Ci avviamo a questo convegno internazionale di Bologna con una pessima disposizione di spirito, con una evidente impreparazione intellettuale e con alcuni gravi errori di procedura ». Soprattutto lo preoccupava, quasi cattivo segno premonitore, la -stessa incertezza e perplessità di Bissolati, l'uomo della politica austrofila, che non risparmiava ora neppure lui « iironici rimproveri » alla fiacca opposizione dei socialisti austriaci e alla politica del Governo: incertezze e perplessità dovute alla scarsa conoscenza dei problemi in cui si dibatteva la 40 L'ordine del giorno diceva: « I socialisti italiani del Trentino, Tirolo e VorarllJerg esprimono vivo e concorde voto perché, a dissipare qualsiasi malinteso tra i rappresentanti del partito_ socialista d'Italia e dell'A'JstriaUngheria in rapporto alla dibattentesi questione balcanica, sia convocato tra i rappresentanti stessi, nel piu breve tempo possibile, un convegno al quale abbiano a prendere parte eventualmente anche i rappresentanti socialisti delle altre nazioni. In tal convegno sarà da stabilire una motivata dichiarazione con la quale, di fronte alla permanente minaccia di un conflitto intereuropeo, sarà riaffermato il proposito del proletariato internazionale di opporsi con ogni mezzo, anche il piu estremo, a qualsiasi tentativo capitalista borghese, inteso .a determinare il flagello della guerra. Si dà incarico alla nuova Commissione [Esecutiva] di comunicare l'ordine del giorno alla direzione del Partito Socialista Italiano e a quello austriaco ». 30 41 Cfr. L'Avvenire del Lavoratore, 12 novembre 1908. 42 Cfr. Critica Sociale, 1 agosto 1909. 43 Ibidem. BibliotecaGino Bianco

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