Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

proprio sul piano nazionale: « Due elementi essenziali - egli aveva scritto - distinguono il recente sciopero generale da tutti i precedenti: · · l' astens~one e la intensità. Lo sciopero è stato effettuato da un capo .all'altro dell'Italia: nelle grandi città e nelle singole borgate; nei centri industriali e nelle plaghe agricole dove contadini e braccianti si sono stretti nei loro baluardi di classe; vi· hanno partecipato tutte le categorie di operai, servizi pubblici non esclusi. Ma ciò che conferisce • una peculiare significazione al movimento è la sua intensità. Non è stato uno sciopero di difesa, ma d'offesa. [ ... ] Da ieri sera è cominciato un altro periodo di tregua sociale. Breve o lungo non sappiamo. Ne profitteremo per consolidare i nostri organismi politici, per reclutare nuovi operai nelle organizzazioni economiche, per raggiungere altre posizioni nei Comuni e nelle Provincie, per preparare insomma un numero sempre maggiore di condizioni morali e materiali favorevoli al nostro movimento; cosicché quando batterà nuovamente la diana rossa, il proletariato si trovi sveglio, pronto e deciso al piu grande sacrificio e alla piu grande e decisiva battaglia ». (edit. Tregua d'armi, in Avanti!, 12 giugno). In sècondo luogo, come motivo strettamente legato alla concezione sopra esposta, c'era nel Mussolini una visione unitaria di -base della preparazione alla « giornata storica » nella quale poteva trovare posto un Partito socialista, ma che oltrepassava la CGdL, e di quest'ultima anzi faceva un ostacolo allo sviluppo del movimento rivoluzionario. Disposto a rispettare gli strateghi politici del riformismo (neppure egli sfuggi infatti alla regola della massima stima e soggezione ~pirituale nei confronti del Turati), il Mussolini aveva come bestia nera il Rigola, che rappresentava la traduzione della grande utopia turatiana in opaco burocratismo e aveva trasformato la maggiore ·organizzazione operaia in un ufficio di contabilità. L'accusa di « vera fellonia» che il Mussolini aveva rivolto l'l l giugno al Consiglio direttivo della CGdL parlando ai lavoratori milanesi, e il suo riaccostamento all'USI colpirono però tutto lo schieramento riformista, che aveva il suo principale appoggio nell'asse partito-confederazione. La prontezza. con la quale il Mussolini aveva accolto la cessazione dello sciopero gli consenti tuttavia di non rimanere tagliato fuori da un allineamento tattico con i compagni della Direzione, alcuni dei quali si erano comportati_ nella « settimana rossa» in modo non dissimile da quello dei riformisti. (Il Serrati, nella sua qualità di segretario della Camera del Lavoro di Venezia, era stato addirittura il III 8ihli">tecaGino Bianco

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