Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

ad oltre due anni di reclusione), e quello del Serrati, avvenuto il 29 maggio (giudicato in unico processo con i dirigenti torinesi Barberis, Giudice, /Rabezzana per pretese responsabilità nei moti dell'agosto 191 7, il Serrati si vide infliggere una condanna a tre anni e mezzo di carcere), avevano gravemente compromesso l'attività della Direzione del PSI e le possibilità di intervento della sinistra. I membri superstiti della Direzione (segretario provvisorio il Morgari) disapprovarono tuttavia la dichiarazione turatiana del 16 giugno e ancora intérv.ennero presso il GPS sulla questione della « Commissionissima », cioè della Commissione per lo studio dei problemi del dopoguerra, della quale avrebbero dovuto far parte alcuni deputati socialisti, fra cui il Turati, il Treves, il Graziadei e dirigenti sindacali come il Rigola e il D'Aragona. Tra il luglio e l'agosto la polemica sia nel PSI che nella CGdL fu aspra, mentre cresceva la tensione alla base, che era già scossa dai fatti degli ultimi mesi e che si trovava di fronte ad una serie di manifestazioni contraddittorie, alla paralisi politica della Direzione, alla impossibilità di un normale funzionamento dell'organizzazione. Finalmente sia la CGdL (soprattutto per la reazione della Federterra) che H GPS rinunciarono alla partecipazione, alla quale in un primo tempo avevano ufficialmente acceduto: il solo Turati (che sulla Critica sociale del 1°-15 agosto polemizzò stizzosamente col Treves sull'argomento) rifiutò di tornare sui_suoi passi; ma, in effetti, egli limitò la ribellione al non dare formalmente le dimissioni dalla Commis·sione. · La Direzione aveva questa volta dato un forte colpo alla prospettiva turatiana della candidatura del PSI alla soluzione in senso riformista dei problemi post-bellici, candidatura che una collaborazione vigorosa ~i lavori della «. Commissionissima » avrebbe reso piu fondata. Ma una volta negata questa via - che il leader lombardo cercherà di perseguire ancora .nel 1919-'20 - la maggioranza non aveva alcuna proposta alternativa da sostenere, come risultò dai dibattiti di Roma. Per dare un sostegno alle sue posizioni, stante ancora, dopo un tormentato quadriennio di guerra, il divieto di riunire il co~gresso nazionale del partito, la Direzione indisse un ampio referendum fra le sezioni, interrotto però dal consenso alfine dato dal governo a che il congresso, a porte chiuse, avesse luogo. In tale modo la Direzione si presentò alla prova congressuale senza un vero programma, e la discussione ~i profilò come.un processo ai parlamentari socialisti _edin particolare al Turati (del quale la Sezione romana aveva chiesto l'espulsione) per le infrazioni alla disciplina intransigente, piu che come un XXXIX BibliotecaGino Bianco

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