Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

riformisti del GPS e della CGdL ma anche da amministrazioni locali e organizzazioni socialiste periferiche, determinò per contraccolpo · l'avvicinamento già riferito tra la Direzione e la Frazione di sinistra. Già delineatosi in sede precongressuale, esso condusse ad una prima riunione comune il 30 ottobre; la ricostituzione di un fronte unitario della sinistra ha per i rivoluzionari il significato di un tentativo di riqualificazione politica della Direzione, e per i lazzariani quello, che alla fine prevarrà, di un imbrigliamento della Frazione e di un salvataggio dell'unità del partito. Piu drammatica fu la riunione di Firenze del 18 novembre, che seguiva al pronunciamento difensista e patriottico dei riformisti. Erano presenti, oltre ai rappresentanti della Direzione Lazzari, Bombacci e Serrati, anche delegati rivoluzionari di Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari e di cehtri minori: spiccano tra questi delegati il milanese Fortichiari, il Bordiga, il Salvatori; da Torino è venuto anche Antonio Gramsci, che proprio nel corso del 1917 si è buttato piu decisamente nella l9tta politica locale e redige ora Il Grido del popolo. Di fronte alla quarantina di compagni convenuti nello studio del « sinistro » avvocato Trozzi c'era in effetti il problema del partito, dei suoi caratteri teorici e politici, dell'unità con i riformisti oppure della preparazione, anche di lontano, d'un organismo dirigente veramente rivoluzionario. La risposta non fu quale ci si poteva attendere: le « manifestazioni di quei compagni e di quelle rappresentanze del partito che dai recenti avvenimenti hanno tra~to motivo per aderire alla guerra, o concedere tregua alla classe borghese, o comunque modificare l'indirizzo dell'azione proletaria » furono platonicamente deplorate, e la base socialista fu invitata alla vigilanza fuori e dentro il partito; ma non si osò, né· certo si volle da parte della maggioranza dei convenuti, andare oltre. Storicamente, i problemi piu gravi si pongono a proposito dell'atteggiamento dei dirigenti della Frazione, e in particolare del Bordiga. La involuzione delle posizioni rispetto al 1914-'15, la frattura fra elaborazione teorica e coerenza di applicazione politica sono molto evidenti. Con ogni probabilità i rivoluzionari sacrificarono la possibilità di un immediato chiarimento all'alleanza con la Direzione, ed in particolare con alcuni membri di essa, con il fine di utilizzare piu forti posizioni di potere. Ma ciò portava ad un ridimensionamento qualitativo del tipo di lotta politica che essi conducevano, con l'illusione di un recupero di tutto il massimalismo alla lotta rivoluzionaria, con l'anteposizione artificiosa della polemica antiriformista a quella XXXVI BibliotecaGino Bianco

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