Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

contro 7000 voti di sinistra si contarono solo 700 astensioni di rappresentanti regioni; L)Avanguardia passò sotto la direzione del Bordiga. La mozione approvata inneggiava agli sviluppi della rivoluzioné in Russia e proclamava necessaria per ogni partito socialista « la lotta piu aspra contro il socialpatriottismo del proprio paese ». Dopo Caporetto il Lazzari diede segni di resipiscenza e condusse la Direzione ad un accostamento a sinistra, fino ad incontri comuni con i dirigenti della Frazione rivoluzionaria: il fatto che egli polemizzasse contemporaneamente col Bordiga difendendo la linea tenuta dal PSI nel corso della guerra (C. LAZZARI, Problemi di forza e problemi di coscienza, in Avanti!, 11 novembre) può significare .tuttavia che quell'accostamento rispondesse ad un calcolo tattico. Chi invece ebbe un ulteriore sincero spostamento verso la Frazione rivoluzionaria e i giovani fu il Serrati, la cui linea di pensiero si riflette negli interventi personali e nell'impostazone dell'Avanti!. Col suo intransigentismo il direttore del quotidiano socialista s'era ormai guadagnata l'inimicizia dei turatiani. Le sue professioni di leninismo e « bolscevichismo » avevano vieppiu irritato gli avversari di partito, che ·vedevano fallire il loro disegno di nazionalizzazione della coscienza delle masse socialiste e di instaurazione di un governo democratico-pacifista. La polemica pubblica piu grossa dall'inizio della guerra esplose appunto su questo terreno, allorché il Treves (La crisz, in Critica sociale, 1°-15 ottobre 1917) argomentò, a sostegno dell'attività del GPS, la richiesta di un governo ragionevole, espressione immediata della « sovranità parlamentare ». La· reazione del Serrati era immediata, e va vista come determinata anche dalla preoccupa~ zione di un'alleanza dietro le quinte, alla vigilia della ripresa parla- . mentare, tra il GPS e i ragionevoli Orlando e Nitti (le notizie sull'offerta di port~fogli ministeriali al Turati e ad altri riformisti in questo periodo di crisi del governo Boselli saranno del resto clamorosamente confermate al congresso di Roma); nonché dalla presentazione che il Treves faceva della linea riformista come linea dell'intero partito, giocando sui traccheggiamenti del Segretariato del PSI e sulle cambiali in bianco che questo rilasciava al GPS. I socialisti - rispondeva il direttore dell'Avanti! - non lottano contro il gov~rno Boselli per arrivare ad un ministero alla -Albert Thomas o alla Lloyd George, ma « su un terreno di assoluta opposizione contro tutti i responsabili della situazione ». L'idea di un governo non nostro ma migliore per i lavoratori « è stata la fisima dei riformisti di tutti i paesi per molti anni: XXXIII Bit·· ·eca Gino Bianco

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