Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

rifletteva esattamente l'interpretazione riformista dei nuovi caratteri assunti dalla guerra: « Al posto di due raggruppamenti impe.rialisti in contrasto, noi troviamo oramai un'alleanza di Stati, dominati dallo spirito rinnovatore e democratico russo-americano, contro un'Autocrazia indebolita e vuotata, cui dovrebbe bastare un urto interiore risoluto - se soltanto lo si osasse - ·per mandarla in frantumi [ ... ] » (Critica sociale, 1°-15 maggio 1917). Contro l'appello, scritto personalmente dal Turati, reagf il solo Bordiga, al quale il Serrati replicava minimizzando, e riducendo le deviazioni della linea politica del partito a semplici episodi e all' « atteggiamento personale di uno o due dei nostri » (A .. BoRDIGA, Nulla da rettificare, con postilla anonima ma certo del Serrati, in Avanti!, 23 maggio). La seconda riunione (8-9 maggio) si era svolta sotto la diretta impressione delle « giornate di maggio », cioè dei movimenti popolari contro il carovita e la penuria di generi alimentari, che erano spontaneamente scoppiati a Milano e nei centri vicini. In realtà si trattava della piu grande manifestazione di massa dopq l'entrata dell'Italia nel conflitto e del punto piu alto fino a quel momento toccato dalla .resistenza popolare contro la guerra. Il contesto nazionale e internazionale non consentiva dubbi sull'importanza del.movimento e apriva prospettive politiche di fronte alle quali il PSI doveva prendere una posizione. Se le testimonianze sulla condotta del Serrati sono incerte, è però sicuro che i riformisti e la Direzione del partito nel suo complesso non ebbero dubbi sulla scelta non rivoluzionaria, e che il dibattito si sviluppò su margini che escludevano il riconoscimento di una priorità dell'azione extralegale e rifiutavano i moti spontanei. In particolare -si accentuò l'orientamento filo-riformista del Lazzari. Anche del piu importante documento conclusivo di questa riunione fu estensore il Turati, che propose un ampio programma politico (Per la pace e pel dopo guerra. Le rivendicazioni immediate del Partito Socialista, in Avanti!, 16 maggio) il quale sarebbe stato lungamente al centro di discussioni di partito, difendendone i riformisti il carattere di taccuino esemplare della graduale marcia del socialismo in Italia. È a partire dall'estate che si rileva un irrigidimento sistematico dell'Avanti! nella polemica antiriformista. Un primo episodio di grande risonanza si ebbe dopo il discorso parlamentare del 3O giugno di Filippo Turati, nel quale costui aveva promesso i voti dei socialisti ad un governo che proponesse una pace « dignitosa» e « sovrattutto italiana » accettando la revisione dei fini di guerra proposti dalla XXIX BibliotecaG. ino Bianco.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==