Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

·dente americano, e si polarizzano nei contrapposti atteggiamenti dell'Avanti! e del GPS: « forte e nobile iniziativa» secondo i parlamentari (come essi scrivevano nella mozione per la pace presentata alla Camera e pubblicata in Avanti!, 31 gennaio), capace di ristabilire l' « impero dell'umanità e della ragione nei rapporti internazionali », il documento fu invece considerato dal Serrati come « valido strumento per una maggiore azione verso la pace », ma pur sempre « atto capit~- listico » inadeguato agli obbiettivi della lotta proletaria (Ed ora?, ibidem, 5 febbraio). Le due posizioni, che si scontrarono nel sempre fervido agone della Sezione socialista milanese, corrispondevano a due visioni dei compiti del PSI che andavano piu nettamente distinguendosi nei dibattiti preparatori del convegno nazionale del partito, indetto per il 25-26 febbraio a Roma. Inizialmente convocato come riunione di fiduciari e funzionari intorno a problemi immediati, il convegno divenne cos'f « quasi. un vero congresso nazionale », al quale la presenza dei delegati delle Sezioni dava il valore di una consultazione politica la piu ampia possibile nella situazione di guerra (edit. I socialisti a convegno, ibidem, 24 febbraio;· il resoconto dei lavori, mutilato dalla censura, è pure ibidem, 26, 27, 28 febbraio). A grande maggioranza (23.841 voti contro 6295; gli astenuti furono 2670) fu approvata con plauso l'opera della Direzione; le numerose astensioni vanno attribuite ai delegati che avrebbero voluto una disapprovazione delle posizioni opportunistiche /emerse nell'attività del GPS, e del Turati in particolare. Tra questi spiccano per combattività i dirigenti torinesi Barberis e Rabezzana, già in prima fila nel 1915 contro la collaborazione civile e assistenziale dei socialisti alla guerra e protagonisti tenaci della intransigente resistenza operaia e socialista negli anni seguenti. Al loro fianco è Maria Giudice, trasferitasi nel marzo 1916 dalle Puglie a Torino. I delegati della Sezione torinese del PSI portano nel convegno tendenze ed insofferenze presenti nelle grandi masse operaie locali, che esploderanno di H a pochi mesi in aperta rivolta. Il Serrati rilevò la divisione ·nel partito, ma concluse in senso unitario. Il convegno si espresse poi quasi unanimemente, anche se con diverse motivazioni, per la non partecipazione de,l PSI al progettato congresso di Parigi dei partiti socialisti dei paesi dell'Intesa (al quale erano stati invitati anche i bissolatiani) e per la continuazione dell'attivtà internazionalistica intrapresa a Zimmerwald. La rottura con il vecchio Bureau della Seconda Internazionale divenne cosi piu profonda, anche XXIV Biblioteca Gino Bianco

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