Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Ma ciò che il Vigezzi crediamo trascuri è di considerare se, poi, le diret-- tive di Salandra ai vari Prefetti e Questure d'Italia, fossero realmente recepite nel giusto senso in cui erano state impartite; se cioè vi fosse piena con• cordanza d'azione e obiettivi tra potere centrale e locale. È innegabile infattì che tutto il linguaggio usato dal Frigerio nel telegramma sopra riportato è chiaramente offensivo nei riguardi d'ogni azione socialista e particolarmente violento nello scagliarvisi contro. Cosi sono i neutralisti che hanno reclutato « l'elemento teppistico » ed essi per primi hanno iniziato le provocazioni con una « fitta sassaiola »; è Serrati che si mostra « ostinatamente » disobbediente ai funzionari di P.S.; è la stessa folla (quella stessa folla milanese che dopo pochi giorni - il 14 aprile - avrebbe paralizzato la città per dimostrare contro la guerra) che acclama gli agenti che avevano proceduto agli arresti e avevano sventato il « fermo proposito dei neutralisti che all'uopo avevano chiamato a raccolta gli elementi piu temibili del teppismo». Ogni manifestazione neutralista, insomma, sarà qualificata d'ora in poi, nei dispacci telegrafici delle autorità locali, col titolo di « teppistica ». « Fino a ieri si diceva con poche parole che eravamo quattro gatti - osservò lo stesso Serrati sull'Avanti! del 2 aprile. - Oggi si dice altro., oggi la parola è trovata e adottata, d'accordo, da tutta la stampa locale dal giorno in cui la Questura milanese l'ha messa in circolazione. Ora chi non è interventista è un teppista » w7 .• L'editoriale continuava toccando un altro aspetto del problema, quello piu significativo: «Mai compagni d'Italia devono guardare e giudicare i casi di Milano per un'altra ragione: perché questi sono l'indice di una situazione che oramai si va chiarendo. Il Governo ha bisogno di queste manifestazioni interventistiche. Ne ha bisogno - specialmente a Milano - se vuole la guerra, ne ha bisogno se intende invece, con trattative diplomatiche, accordarsi con l'Austria. Si sa che in queste faccende è d'uopo mettere a bel giuoco la pressione del paese. Quel che è certo è che la polizia milanese non nasconde piu la sua linea di condotta: agli interventisti ed ai guerrafondai piena e completa. libertà d'azione, ai neutralisti assalti, cariche, manette, processi ... Noi, è vero - concludeva Serrati - non ci creiamo illusioni. Ovemai l'Italia dovesse essere trascinata alla guerra, noi saremmo completamente messi al bando e per noi non ci sarebbero che persecuzioni e violenze. Questo è già nel conto delle previsioni. Ma fino a quando a questo punto non siamo - e se il proletariato non vuole non ci saremo - è ridicolo lasciarsi castrare stupidamente». Nell'atmosfera incandescente della lotta l'Avanti! dunque resiste senza deflettere di una linea, senza nulla concedere ali'avversario. Ancora 1'8 aprile è pubblicato un manifesto della Direzione, firmato Lazzari, in cui il segretario del Partito invitava « Le organizzazioni operaie e le sezioni.:. a contrapporre subito dimostrazione a dimostrazione; ... ma - precisava - col preciso intento di esprimere la volontà del proletariato socialista contro 2 01 [G.M. Serrati], Da Milano, in Avanti!, 2 aprile 1915. 142 BibliotecaGino Bianco

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