Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

la guerra ». Serrati stesso, uscito di prigione la sera dell'8 aprile e, accolto in serata da una dimostrazione 'di simpatia presso la redazione, riprendeva la sua lotta ~< contro la predicazione democratica della guerra »: « Noi neghiamo a questa democrazia borghese, tarda, oziosa e lenta, il diritto di erigersi a tutrice di un interesse popolare che mai ha saputo difendere né in pace né in guerra. Noi contestiamo a questa democrazia... la capacità di parlare in nome dei supremi interessi della nazione » 208 • Cosa rimaneva, però, oltre la critica? ·« L'Avanti! rimaneva fermo alla parola d'ordine puramente negativa della opposizione alla guerra» ha commentato Arfè. « Gli argomenti della sua opposizione non si arricchiscono. Esso diventa il bollettino di tutte le manifestazioni antiguerresche che si svolgono in Italia, ma sul piano politico subisce l'iniziativa altrui » 209 • Pertanto, mentre Lazzari viveva ancora nella convinzione che il I Maggio potesse « suonare monito » al Governo (notiamo che già il 25 aprile era stato firmato il patto segreto di Londra) e l'Avanti! continuava ad assicurare che il PSI saprà « a suo tempo » far giustizia degli insinceri e dei furbi, già fra gli stessi socialisti maturavano maggiormente le critiche alla sostanziale passività del Partito. La voce più decisa e pungente fu quella di Bordiga, che si pose in aperto contrasto con l'atteggiamento della Direzione e con le deliberazioni dell'8 aprile. « Il Partito Socialista, partito di opposizione non ha consigli da dare al Governo. Chi dà dei consigli promette una solidarietà». E forse, proprio da ciò deduceva che « le ·nostre forze non sono oggi pari al nostro desiderio » 210 • Lo stesso giorno a Porli si votava questo ordine del giorno: « Il Congresso provinciale socialista forlivese, ~iconoscendo che l'affermazione della neutràlità è oggi divenuta insufficiente, lamentando eh~ la· Direzione del Partito non abbia saputo escogitare il mezzo efficace d'opposizione alla guerra, afferma la necessità dello sciopero generale per impedire che il proletariato italiano nell'interesse della borghesia sia lanciato all'orrendo macello » 211 • Tuttavia, da questo coro di accuse - di cui abbiamo accennato solo le più significative - nemmeno Serrati sapeva trarre soluzione, anzi continuava a battersi contro le critiche che venivano fatte al PSI dall'esterno, senza capire che l'argomento principale di esse - l'incapacità di muoversi - non era tanto il vessillo del discorso degli interventisti mÙssoliniani « rivoluzionari », quanto il risultato finale di tutta una serie di critiche interne che i neutralisti « estremisti» andavano facendo da tempo e che perciò doveva essere ascoltato. A questo proposito apparve sull'Avanti! dell'll aprile un co,rsivo tipicamente serratiano, da cui già traspaiono quei dubbi e quegli 208 G.M. Serrati, Contro la predicazione rivoluzionaria 1 in Avanti!, 9 aprile 1915. 20 9 G. Arfè, Storia dell'Avanti!, cit., p. 136. 210 A. Bordiga, La falsificazione, in Avanti!, 13 aprU.e 1915. 211 A. Malatesta, op. cit., p. 51-52. BibliotecaGino Bianco 143

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==