Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

mobilismo rivoluzionario, che ancora l'indomani sostiene che « i socialisti possono serenamente proseguire la propaganda per la pace, -per la civiltà » 177 • Ed era a questi stessi temi, in sostanza - la pace, la civiltà, la fratellanza - che Serrati ricollegava la sua predicazione, certo piu efficace e sincera, per la causa dell'Internazionale, sfrondando gli allori delle monarchie europee di ogni falsa gloria e illusione: « I re che ieri si scambiavano le onorificenze » - dichiarava ad ùn gran comizio « internazionalista » presso la C.d.L. di Milano - « inneggiando alla concordia delle nazioni e alla pace fra i popoli ad essi soggetti; i capi degli Stati che dicevano essere l'esercito l'unico mezzo per garantire la pace, oggi constatano il fallim-ento della loro politica. E sono le conseguenze di questa politica quelle che oggi i popoli sono condannati a subire. E i preti di tutte le religioni, dopo aver predicato fino a ieri, che gli uomini sono fratelli assieme al Papa che siede pomposamente in Roma, dichiarano la loro impotenza di fronte allo scatenarsi del conflitto umano. È il fallimento di tutte ie religioni. Ma falliti noi che siamo appena nati? No compagni, l'Internazionale socialista non è fallita ... noi abbiamo ancora questa grande idealità nell'anima ed è in nome di essa che ci prepariamo ad opporci con tutte le forze ai nostri nemici ed alla guerra... Io paragono - prosegui Serrati - questo turbinoso momento ad uno di. quelli che devono attraversare i marinai quando la burrasca si scatena sui mari: i venti infuriano da ogni parte scagliando marosi contro il bastimento, qualche uomo resta travolto dalle onde furiose, qualche altro è vinto dallo sgomento: chi maledice, chi supplica, chi impreca al momento in cui si diede alla vita pericolosa e piena di incognite del marinaio ... Ma vi è la parte piu forte e piu salda, piu cos-ciente,piu coraggiosa, dell'equipaggio, la quale rimane ferma al timone o alla bussola, e si sforza di opporsi alla spietata inclemenza degli elementi e vince, talora, con questa arcana forza di resistenza, l'infuriare della tempesta » 178 • La nuova onda{a di insofferenza popolare. La manifestazione nazionale di protesta del 21 febbraio 1915 Nei giorni di preparazione alla manifestazione nazionale del 21 febbraio Serrati continuò ad alimentare, attraverso i propri articoli, il senso di ribellione e malcontento che da tempo lievitava. Anzi, a partire proprio dalla prima settimana di febbraio, egli si curò di pubblicare sul giornale terribili lettere di protesta da parte di soldati che si lamentavano della disciplina militare, della situazione interna delle caserme e denunciavano i casi di epidemia per mancanza di igiene. Le nuove proteste, oltre a confermare tutta una tradizione popolare che raffigurava nel soldato « il figlio del popo177 [G.M. Serrati], Il secolo antipatriota, in Avanti!, 6 febbraio 1915. 178 Cfr. resoconto del comizio di Milano del 7, in Avanti!, 8 febbraio l915. 133 BibliotecaGino Bianco

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