Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

del partito, quando un Turati, confortato dall'adesione del sindaco Caldara, votava nella Sezione di Milano (8 gennaio 1915) una mozione in cui si affermava «·che il principio di nazionalità fl:Ondebba essere rinnegato, che il suo trionfo possa invece coincidere con quello della libertà nel segnare una tappa verso l'internazionalismo; che sia opera socialista non opporsi a che l'Italia possa ottenere migliori condizioni di vita e di sviluppo »? 150 • Del resto i membri del PSI firmatari di quella mozione (Cesare Sarfatti, Enzo Ferrati, Giovanni Allevi, Cesare Marangoni, il deputato Osvaldo Maffioli), « pur senza essere venuti n1eno alla disciplina di partito - commenta Valiani - simpatizzavano notoriamente coll'idea dell'intervento » 151 • Che sarebbe successo pertanto in caso di mobilitazione? Quale sarebbe stata la posizione dei socialisti? Era quanto andava angosciosamente chiedendosi Costantino Lazzari [ ... J « Che fare dunque? Rifiutarsi forse alla mobilitazione? Se io fossi in età mobilizzabile, io mi sentirei la forza di non presentarmi al reggin1ento: mi ritirerei in casa ad aspettare i carabinieri. Ma io sono vecchio e non mi sento di consigliare gli.altri a eseguire un esempio che io non posso dare e che probabilmente in Italia, nelle condizioni in cui ci troviamo, nello stato di minoranza in cui si trova il nostro partito - non dimentichiamolo -, non potrebbe dare un risultato utile al nostro scopo anzi accenuterebbe maggiormente la forza di coercizione del militarismo» 152 • In sostanza, rifugiandosi dietro il comodo paravento dell'età avanzata, il Segretario del Partito si sottraeva· al compito ,di fornire una indicazione chiara, anzi predicava, in sostanza, l'immobilismo del Partito. La questione era della massima gravità, andava risolta, occorreva una presa di posizione decisa: su questo fu invitata a pronunciarsi la Direzione «intransigente» del Partito, riunitasi a Fir-enze il 16-17-18 gennaio 1915. L'ordine del giorno che usci invece da quel convegno non solo si pronunciò per una neutralità che rispondeva alle« consuete esigenze della situazione e dell'ora (poiché è evidente che né l'Italia è oggi in qualunque modo direttamente attaccata o minacciata) », ma ribadi fedelmente la linea del «difensivis·mo» turatiano, ed esaminò l'eventualità di una « mob1litazione militare », ricalcando di pari passo l'incertezza lazzariana con la conferma che « Il Partito Socialista dovrà fare esatta valutazione della forza effettiva del proletariato nel momento » 153 • L'o.d.g. parlava in verità anche di « ribellione organizzata che maturerebbe in. avvenire », n1a il tutto si risolveva poi in un ennesimo appello a comiziare ed organizzare per il 21 febbraio una manifestazione nazionale, in occasione della riapertura del Parlamento. Insomma l'o.d.g. redatto congiuntamente da Bacci e Turati (« e che perciò non poteva pretendere di puntare su una azione insurrezionale, che il capo dei riformisti non avrebbe 126 150 Cfr. F. Paoloni, op. cit., p. 102. 151 L. Valiani, op. cit., p. 66. 152 C. Lazzari, La mobilitazione, in Avanti!, 11 gennaio 1915. 153 Cfr. l'ordine del giorno della riunione di Firenze in Avanti!, 19 gennaio 1915. BibliotecaGino Bianco

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