Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Ma la parte finale del discorso, tipicamente serratiana, offre la chiave di volta per l'esatto riconoscimento dell'autore: « Il proletariato - si dice - sarà con noi e se davvero la classe dirigente vorrà condurci alla guerra, su di lei cadrà tutta la responsabilità, e su tutti coloro che l'hanno incoraggiata nella via della violenza e della strage. Né potrà tardare il giorno in cui il partito socialista, dopo le miserie e i dolori della guerra, organizzando le vittime, chiamerà finalmente il proletariato d'Italia a compiere i suoi destini. Prepariamo quel giorno, o compagni, non collaborando con la borghesia monarchico-clericale ad affrettare la guerra, ma eccitando vivamente nell'animo dei lavoratori l'odio contro questa iniqua violenza e contro chi la vuole ». Serrati, pertanto, se da un lato esortava ad una generale azione antiguerresca - limitata del resto ad una interruzione dei comizi interventisti - in fondo pareva ammettere che, tutto sommato, l'Italia sarebbe intervenuta nel conflitto, poiché una azione socialista, il vero momento in cui il proletariato « compirà » i suoi destini sarebbe avvenuto « dopo » le miserie e i dolori della guerra. Sulla questione si pronunciò lo stesso Lenin, inviando nel dicembre 1914 una lettera a Serrati, ricordata nove anni dopo dal destinatario%_ Il rivoluzionario russo, pur rivolgendo un appello generico alle forze socialiste, le spronava tuttavia perché si « decidessero ad una azione energica, positiva, immediata » - soprattutto -- « contro la guerra ». Il fatto che Lenin indirizzasse proprio al direttore dell'Avanti! quei suoi appunti, non va considerato pertanto (come fa P. Secchia) una semplice « riprova che in quel momento Serrati rappresentasse in Italia il piu valido e tenace difensore dei principi del socialismo internazionalista » 97 • _ Né ci ·pare esatto chiamare a giudizio l'altra nota· testimonianza leninista, relativa al giornale del partito: « I Socialisti Italiani con l'Avanti! alla testa lottano con l'appoggio della stragrande maggioranza degli operai piu progrediti, contro lo sciovinis-moe denunciano gli -interessi borghesi sotto gli appelli alla guerra» 98 • Tale commento infatti è dedotto da un articolo scritto da Lenin -in Svizzera e pubblicato sul Sozial-Democratik il 1 ° novembre 1914, prima cioè che fossero rese note le sue tesi riguardo la « trasformazione della guerra imperialista in guerra civile ». La lettera a Serrati maturò, pertanto, in una fase ideologica in cui Lenin, oltre a riflettere i tradizionali contrasti col « Socialsciovinismo », già avanzava le prime critiche all'azione dello stesso PSI, approfondite in seguito a Zimmerwald e Kienthal ed el?borate poi in quella drammatica sentenza del giugno 1921: « Il partito socialista italiano non è mai stato veramente rivoluzionario ». Il giudizio positivo sul PSI cominciava, dunque, a incrinarsi proprio con la 9 6 La lettera venne pubblicata in Piu avanti!, 17 novembre 1923. 97 P. Secchia, Ricerche e ricordi su Giacinto Me:notti Serrati, cit. 98 Ora in Lenin, Sul movimento operaio italiano, cit., p. 91-92. BibliotecaGino Bianco 113

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==