Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

piu essa è bersaglio agli strali e al dileggio...; quanto piu l'Internazionale è ferita quanto piu essa sembra sfasciata e dispersa, tanto piu dobbiamo riassumere la nostra fede nel grido di Viva l'Internazionale Socialista » 55 • Era un'affer;mazione di fede, un impegno di lotta ma, purtroppo, (contrariamente a quanto prevedeva Serrati) affatto « confortato dalla solidarietà di tutto il partito » o, àlmeno, dai suoi dirigenti politici. Quel manifesto nascondeva frasi ed affermazioni che, non a torto, hanno spinto il De Felice a definirlo « meramente interlocutorio » 56 nei confronti dello stesso Mussolini. « Non è da nàscohdersi -·- ammetteva infatti la Direzione - che il perdurare della guerra conturba molti animi e molte menti ... Vogliamo con questo Manifesto, perciò, parlare a tutti i compagni quasi ad uno e dire loro che nessuno può certo comprimersi sentimenti di simpatia che sorgono spontanei od invincibili dall'animo nostro fra belligerante e belligerante ». Traspare, dietro codesti principi, non solo la possibilità d'abboccamento con le posizioni del futuro « duce», ma addirittura la totale comprensione per esse. Del resto già il 22 ottobre nel corso di una riunione di solidarietà verso l'ex direttore dell'Avanti!, cui aveva partecipato lo st~sso Sindaco di Milano, Emilio Caldara, era stato reso noto che anche Turati si era pronunciato per la neutralità « relativa ». Era in questo clima di confusione di idee, ·di annebbiamento delle proprie posizioni politiche~ di sbandamento generico, che Serrati giungeva all'Avanti!, nel « momento piu critico e decisivo della vita di questo portavoce » 57 ~ Occorreva soprattutto, dopo la pubblicazione di quel Manifesto, una « sterzata a sinistra ». E il nuovo direttore volle darla con un articolo in seconda pagina,· non firmato, ma facilmente attribuibile alla ·sua penna: « Una sola è la guerra che ci potrà far uscire dalla neutràlità, ed è quella che in qualcuno dei grandi Paesi oggi straziati dall'orrendo conflitto capitalistico, volessero i proletari ingaggiare sollevando la rossa bandiera delle loro ·rivendicazioni contro gli sfruttatori del loro lavoro e contro gli autori della loro carneficina. Non è escluso che ciò possa accadere ma fino allora noi, alle insidiose sedµzioni degli avversari, alle fantastiche illusioni degli amici (leggi Mussolini: NdR) risponderemo :sempre: no» 58 • S'apriva con quell'articolo l'era profetica del socialismo serratiano durante la guerra; ma soprattutto era ribadita la necessità di fare un unico blocco contro qualunque deviazionismo, contro ogni personalismo. L'indomani, lo stesso Serrati .manifestava piu chiaramente le sue preoccupazioni e i fini che si proponeva nell'assumere la nuova carica, con una lettera indi55 Cfr. Avanti!, 23 ottobre 1914. 56 R. De ·Felice, op. cit., p. 268. 57 A. Balabanoff, Le mie memorie, cit. 58 [G.M. Serrati], La guerra e le classi sociali, in Avanti!, 23 ottobre· 1914. (Gli articoli di Serrati, anche se rarissimamente fumati,· sono facilmente riconoscibili per le caratteristiche di un linguaggio semplice, popolare, spesso violento e aggressivo. Indichiamo tuttavia tra parentesi quadre quelli non firmati.) 101 BibliotecaGino Bianco

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