Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

degenerazione interna di personalismi, di effimeri successi personali. « Nel movimento socialista rivoluzionario - osserverà Gramsci - era sempre esistita una situazione di« bonapartismo » in cui era possibile a degli uomini piu o meno convinti, di conquistare il posto della piu alta dirigenza, con dei. colpi di mano improvvisi, attraverso effimeri personali successi ottenuti in un Congresso o nel corso di una agitazione operaia. Non esisteva altra forma di selezione, appunto perché non esistevano aggruppamenti stabili strettamente collegati col proletariato urbano, cioè con la frazione piu rivoluzionaria della massa lavoratrice. Giacinto Menotti spezzò questa tradizione nel senso che con lui arrivava alla suprema carica del partito un uomo le cui doti principali furono indubbiamente la forza del carattere e l'abnega- . 50 z1one... » . La stessa critica gramsciana, però, superata la definizione morale del personaggio cui del resto il comunista sardo rendeva omaggio appena a un anno dalla morte 51 , non appena indagava la prospettiva piu essenzialmente politica dell'azione serratiana, lamentava: « ... non poté spezzarla compiutamente (quella tradizione di bonapartismo) perché non riuscf e neanche si propose di riuscire, a foggiare una nuova struttura che lo rendesse piu capace di azione e di iniziativa. 11 fine che si propose Serrati nello svolgere la sua opera di direttore dell'Avanti!, cioè di guida politica e ideologica delle classi lavoratrici, fu quello di attraversare il periodo della guerra mantenendo il partito unito sul terreno della negazione della guerra. Questi elementi, unità del partito e negazione della guerra, per stare insieme domandavano una limitazione dell'attività rivoluzionaria » 52 • Il giudizio conclusivo di Gramsci ci interessa particolarmente non tanto perché l'autore superi ogni descrizione moralistica e di maniera a favore di una analisi fondata sul paradig1na leninista del « rivoluzionario di professione », quanto perché, dopo tante riflessioni formulate mentre era ancora viva l'eco dei dibattiti di Mosca e di Livorno, si tentava, ora, di porre su una diversa prospettiva· di giudizio le questioni dell'immediato dopoguerra per ricercare i.nvece, nei metodi di lotta, adottati' durante lo stesso periodo bellico e prebellico, l'insufficienza e l'equivoco del massimalismo italiano. Il Congresso di Bologna, il II Congresso del Comintern, Livorno, non furono che occasioni piu efficienti e clamorose perché :si rivelasse pienamente l'impotenza politica del socialismo italiano. Ma il male covava da tempo. « Nel dopoguerra - seguita Gramsci - tutte le debolezze che erano insite nella vecchia struttura del movimento socialista si rivelarono violentemente. Il programma di conservare l'unità del partito fino alla rivoluzione, cosi 50 A. Gramsci, Il compagno Serrati e le degenerazioni del socialismo italiano, in Stato Operaio, n. 3, maggio 1927, pp. 289-292. 51 G.M. Serrati mori il 10 maggio 1926. 52 Ibidem. BibliotecaGino Bianco 99

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