Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Due occasioni mancate: la missione Sudekum e il convegno di Lugano Alla notizia della dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia, Serrati, senza indugio, sostenne la necessità per l'Italia di una neutralità « assoluta », in ogni caso e contro chiunque, impegnandosi parimenti nel promuovere comizi e organizzazioni di protesta. Il 2 agosto, a Venezia attaccò i governanti di tutta Europa e fu con le Leghe operaie che manifestavano la loro volontà di insorgere nel caso di abbandono della neutralità 14 • Del resto, che nell'estate del '14 Serrati sentisse particolarmente l'esigenza di dare uno sbocco concreto alle rivendicazioni neutralistiche delle masse - la cui psicologia egli vantava di conoscere assai bene - è documentato negli stessi suoi ricordi. « Quando nel 1914, agosto-settembre, scoppiò il conflitto mondiale, io fui tra coloro che si radunarono qui a Milano - scriverà dal carcere nel 1923 - e minacciavano la insurrezione popolar.e ove l'Italia fosse scesa in guerra accanto agli Imperi Centrali » 15 • Fino alla metà di agosto condusse pertanto una lotta per la neutralità assoluta che peccava forse di facile ottimismo dal momento che anch'egli, in quei primi giorni di propaganda antibellica, era fiducioso nella capacità della classe dirigente del PSI di saper acçogliere tutte le genuinità della protesta popolare. Ancora il 15 agosto, a Venezia, si registrò una violenta presa di posizione di Serrati contro la politica di Guglielmo II 16 : fu quello l'ulti'mo attacco deciso condotto da Serrati contro le potenze belligeranti, perché di li a una settimana egli si chiuse in una crisi di profondo pess1m1smo. Varie ragioni concorrevano a far sorgere in lui il dubbio che ormai non ci fosse piu nulla da fare per la neutralità del paese. Lo stesso Avanti!, il 23 agosto, doveva constatare che « si è diffusa la convinzione che molto difficilmente l'Italia poteva conservare la sua neutralità... si vorrebbe da qualcuno precipitare il corso delle cose e anticipare l'intervento armato dell'Italia». 11 partito stesso, del resto, scivolava fin d'ora verso atteggiamenti che, a ben vedere, preannunciano certo «patriottismo» di fine '17-primi '18 di post-Caporetto. Per constatarlo non occorre giungere fino al famoso discorso Turati del « la patria è sul Grappa» del 23 febbraio 1918. Già il 1° settembre 1914 infatti l'Avanti! avanzava: « I socialisti non ammettono che una sola ipotesi di guerra, quella necessaria per respingere una eventuale invasione ». Dichiarazioni di quel genere immobilizzarono tragicamente il Serrati, bloccarono ogni possibile iniziativa politica ed egli (già pessimista per carat14 Cfr. B. Vigezzi, L'Italia di fronte alla prima guerra mondiale, Vol. I, L'Italia neutrale, Milano~Napoli, 1966, p. 163. 15 Cfr. G. M. Serrati, Il manuale del perfetto carcerato, dattiloscritto inedito, p. 59, in ACS, Mostra della Rivoluzione Fascista, Carte Serrati, busta 141, cartella 32. 16 Cfr. B. Vigezzi, op. cit., p. 242. 88 BibliotecaGino Bianco .

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