Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

e le polemiche ricorrenti: la lotta contro il militarismo e la controversia tra i ferrovieri e lo stato. La campagna antimilitarista legata ai nomi di Masetti e Moroni, animata principalmente dagli anarchici, è già stata trattata con sufficiente ampiezza 50 È sul problema dei ferrovieri che intendiamo qui recare alcune notizi~. I ferrovieri da molti anni chiedevano miglioramenti del trattamento economico e delle condizioni di lavoro; con la legge Sacchi, emanata durante il governo Giolitti nel 1911, si era tentato senza successo di-riorganizzare l'azienda ferroviaria e risolvere i problemi del personale. All'inizio del 1914, l'agitazione s'intensificò, poiché il governo continuava a non prendere provvedimenti col pretesto dell'eccessiva spesa. Le due maggiori organizzazioni di categoria erano la Federazione, di tendenza riformista, ma non iscritta alla C.G.d.L., e il Sindacato ferrovieri, con ben 90.000 aderenti, su posizioni sindacaliste rivoluzionarie, ma non associato all'U.S.I. Il 31 gennaio, il Sindacato Ferrovieri Italiani, d'accordo con la Federazione, presentò alla Direzione delle Ferrovie dello Stato ed indirettamente· al governo, un memoriale con l'elenco di tutte le richieste dèlla categoria 51 • Tra i primi a scendere in campo a sostenere le rivendicazioni dei ferrovieri furono i sindacalisti, affiancati da tutti i gruppi politici di sinistra ed anche dalla C.G.d.L. Comizi e riunioni di ferrovieri, cui parteciparono rappresentanti di partito e di organizzazioni sindacali, si tennero ai primi del febbraio 1914 in tutta Italia. Fu aspramente attaccato il governo il quale, dopo aver speso ingenti somme per la guerra di Libia, ora sosteneva di non aver piu fondi per risolvere .la questione e per soddisfare le richieste dei lavoratori 52 • I sindacalisti ritenevano possibile la 5° Cfr. L. Lotti, op. cit., p. 53-60; vedi anche E. Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia. Milano, 1959, p. 153-156. 51 I ferrovieri chiedevano un minimo di paga giornaliera di 3 lire per le categorie del basso personale, il gradualè aumento per le categorie superiori, « l'uguaglianza di trattamento delle categorie assimilate », l'indennità notturna, un migliore trattamento delle pensioni, il riposo settimanale che era già stato concesso per legge ai lavoratori della libera industria, la revisione del decreto sulle ore di lavoro che obbligava il personale addetto alla circolazione dei treni ad un minimo di 10 e talvolta ad un massimo di 17 ore di lavoro, causa principale degli incidenti ferroviari. Essi domandavano inoltre « la soppressione dei punti di merito degli aumenti a scelta che importano aggravio di milioni al bilancio, delle ferrovie » e la revisione del regolamento di disciplina non più in armonia con i tempi moderni. Comunicato del Comitato Centrale Esecutivo del S.F.I., Ancona 31 marzo, dr. Avanti!, 2 aprile 1914. 52 A.C.S., Ministero dell'Interno, cit., D-2, busta 86, fase. 189, sottofasc. 39. A Modena il 7 febbraio in un pubblico comizio, Nicola Bombacci, segretario della locale camera confederale del lavoro, espresse la necessità di sostenere i ferrovieri nelle loro giuste richieste, auspicando che la solidarità di tutte le organizzazioni operaie potesse « determinare la borghesia a riconoscere i diritti vilipesi dei ferrovieri »; e l'on. Basaglia, socialista, assicurò che si sarebbe adoperato al Parlamento in favore dei ferrovieri « ritenendo obbligo preciso del Governo quello di accordare alla classe quei miglioramenti economici che le condizioni dei tempi e delle cose impongono». A Ferrara, in un comizio privato, l'avv. Pondrelli, segretario della Camera del Lavoro autono(ma, ribadi « lo sfruttamento » a cui erano sottoposti gli operai « da parte del governo, che si era sostituito al capitalismo nell'esercizio delle ferrovie » e invitò i ferrovieri ad « unirsi e compatti protestare con ogni mezzo per· ottenere i richiesti miglioramenti ». Nella stessa riunione Michele Bianchi criticò la statalizzazione delle ferrovie, sostenendo che « era da provvedersi che dallo stato non poteva ottenersi alcun miglioramento, non essendo esso un industriale pratico di aziende» e èhe i ferrovieri nulla avrebbero ottenuto se non si fossero decisi « ad unirsi al proletariato italiano e a ricorrere a qualsiasi azione». A.C.S., Ministero dell'Interno, cit., D-2, busta 87, fase. 189, sottofasc. 24, telex 8 febbraio 1914. 57 BibliotecaGino Bianco

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