Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

nito; e piu della ufficiale dichiarazione di « opposizione recisa e implacabile alla guerra », prescindente da ogni artificiosa attribuzione della maggior responsabilità ad una delle parti (Avanti!, 22 settembre) era sintomatico l'atteggiamento della stampa di partito. Alla ventata filobelga e, soprattutto, anti-tedesca e anti-austriaca, propagandisti socialisti danno un contributo non indifferente, se si pensa al pubblico cui essi si rivolgevano. L'Avanti! parla il 4 agosto di « orda teutonica scatenata su tutta l'Europa »; il 6 di « sfida germanica contro latini, slavi ed anglosassoni »; la simpatia verso l'Intesa traspare chiaramente. Su Critica sociale i riformisti fanno eco, schierandosi fin dall'inizio per una neutralità non dogmatizzante e imperativa, ma disposta a modificarsi secondo le leggi della« relatività utilitaria »·(Il VICE, La nostra neutralità, n. del 16-31 agosto). La stessa Critica sociale comincia a raccogliere le voci di quanti problematizzano e discutono la parola d'ordine neutralistica.: al coro partecipano vecchi avversari di tendenza, come il Leone e il Longobardi. Il primo invoca una« tregua accorta » della lotta contro il governo, che in caso di difesa· contro l'invasore « impersona le obbiettive necessità dell'etnia italiana » ( Ciò che il socialismopuò dire..., n. del 1°-15 setten1bre); il secondo comincia una parabola che lo porterà all'interventismo schietto. Il Treves e il Turati - il quale ultimo riprende l'attività politica dopo la lunga malattia - si riservano anzi la parte della prudenza, pur continuando ad incoraggiar~ un certo sviluppo del dibattito. Tregua nelle .agitazioni di classe dopo la « settimana rossa »; tregua fra le correnti del PSI; tregua fra socialisti ufficiali e socialisti irregolari; tregua col governo, una volta assodato che l'intervento a fianco degli Imperi centrali non ci sarà: tutto predispone al governo. stesso l'ambiente ideale per ricostituire una unità nazionale a livello di personale politico e gli assicura i .piu ampi margini di preparazione e di decisione: tutto predispone le condizioni perché le prime pattuglie di interventisti repubblicani, radicali, massoni, socialriformisti, si dichiarino aperta.mente e si organizzino. Seguono a costoro alcuni gruppi anarchici e i sindacalisti deambrisiani e corridoniani. In tutto questo movimento di opinione - nel quale è estremamente difficile seguire i singoli processi personali, che si intrecciano, si sovrappongono, si invertono - due erano i fili che legavano l'ampio arco delle posizioni, andando dai socialisti ufficiali ai fautori dell'intervento: l'antigermanesimo e la impressionante insorgenza di ideologia nazionale. La generalità del fenomeno, con la rivelazione di una VIII BibliotecaGino Bianco

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