Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

ç . posizione neutralistica, si ricordava la prova di forza della « settimana - rossa » e si confidava nell'azione internazionale del proletariato {ibidem, 30 luglio); il manifesto era stato sollecitato dal Mussolini, che il 28 luglio si era lagnato col Lazzari e il Vela per l'assenteismo della Direzione. Il 3 agosto finalmente questa si riuni a Milano per ribadire i giudizi e i moniti già espressi (ibidem, 4 agosto). Furono presi· anche contatti con la CGdL, la Federazione Nazionale dei Lavoratori del Mare, la Federterra, il Sindacato dei ferrovieri e, in seguito, con l'USI (il che rompeva un lungo periodo di polemiche con l'USI stessa e con lo SFI): ma una serie di agitazioni spontanee e di riunioni locali aveva preceduto anche questa i;niziativa. Nel comunicato finale colpisce l'attribuzione di ogni responsabilità alle « cupidigie balcaniche» dell'imperialismo austro-ungarico, spalleggiato dal militarismo germanico »; ma il giorno prima il Mussolini era andato piu in là, assicurando che in caso •di spedizione punitiva contro l'Italia da parte di un'Austria vittoriosa « è probabile che molti di quelli che oggi sono occupati di. .. .anti-patriottismo saprebbero compiere il loro dovere » ( « De Profundis », ibidem, 3 agosto). Questi atteggiamenti- ridimensionano· qualitativamente la tradizionale leggenda di un PSI su posizioni coerentemente e originalmente internazionalistiche. Il PS_I - al di là del rigorismo formale di facciata - agi invece sul governo per evitare un possibile intervento a fianco degli Imperi centrali e fin dall'inizio - esplicitamente o implicitamente - lasciò aperta la possibilità di un orientamento filointesista, differenziando in ogni caso subito le due parti ·belligeranti. Parallelamente, voci che provenivano sia dal Mussolini che - come vedremo - da altri, e piu regolarmente dai turatiani, assicuravano atnpiamente circa la disponibilità dei socialisti per una difesa del suolo nazionale contro l'Austria. Su queste posizioni si stabilisce una confluenza attiva tra i riformisti di sinistra, la CGdL e i bissolatiani. La proposta, fatta dal Bissolati al Rigola il 2 agosto, che pon si ostacolasse una preparazione militare a salvaguardia della neutralità contro possibili minacce austriache, diventa parte della linea del PSI. Anche l'altra leggenda, del severo astensionismo del PSI rotto improvvisamente dalle enunciazioni difensiste del Turati e del Treves nell'ottobre 1917 e nel giugno 1918, risulta cosi vanificata. Alla data della seconda riunione del GPS e della Direzione (Roma, 20-21 settembre), disertata ancora una volta da quasi tutti i membri di quest'ultima, _l'orientamento generale del PSI eta- già defi-_ VII BibliotecaGino Bianco

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