Memorie di un garibaldino

l • ' ' 6 Biblioteca Patriottica -- ·------------"--~ Mi parve d'essere riconfortato; e levatomi in piedi scesi giù nella strada. . Qualcheduno si staccò dal muro della casa rJmpetto; « Sei tu Antonio ? » dissi io a voce bassa. « Ma già, ' ' (rispose l'interrogato) e cominciavo a ~aroccarE pe_r n,on vede~ti. Bisog!sa spicciarsi; i compagni sono tutti alla Stazione. » Quell'Antonio er a uno scolaro compagno mio. Ave- .. vamo concertato insieme tutto il nostro piano stt·ategico · insieme dovevamo partire e comhattere. insieme torn~re. dopo fini ta la guerra. Povero Antonio ! Lo colpirono con ùna palla il 16 di luglio, quando traver sammo insieme per la seconda volta iJ fiume Chiese, e mi ricordo che con l'acqua fino alla gola, lottando contro la furia della corrente, me J o porrai sul braccio fino sulla sponda. Costì mi volle baciare, mi raccomandò di salvarmi, e spirò mormorando il nome d'una sorellina : l'unica persona, l'unico ~ ffe ~.~~o domestico dell'an1ma sua. Alla Stazione dt·lla strada ferrata infatti ei aspettavano. Squadrai i miei commilitoni, ed eravamo in tutti un cinquecento, rappresentanti tutta la scala sociale; dal giovanetto ben vestito, fino allo sboccato pollaiolo di Mercato vecchio. Feci vedere il mio foglio di via, e presi posto nel vagone che mi venne 3ssegnato. La Stazione era popolata u·amici; e qualche bella signora, venuta forse per dare un misterioso addio, spiccava di mezzo a quella folJa r umorosa e tutta in moto: vidi pHì d'una madre j n colloquio affettuoso col figlio, che ptù , coraggioso di me s·era sentito la forza di confessare p ogni cosa; e vidi poi (non lo dimenticherò finchè campo) una donna in sui trenta anni, con gli occbi rossi di pianto~ con un bambino in collo, che stava muta, appoggiata allo Sportello del Va00DP. Il bamblllO Scherzava sorridendo con la Ddra ba1·ba d'un Voloiltal'io che si spenzolava in fuori, e ne r ;ceveva. in co11traccambio carezze e baci. Era dicerto suo padre, e quella derelitta riman~va a casa senza il Inarjto, for~e anche senza la· vol'o e senza pane. Oh l'aoogr della patria è pure una cosa divin ~; n1a c'è pericolo che qualché volta diventi .. una colpa magnanima, una sublime foiba~ Nel mezzo della Stazione torreggiava Ja tìgura di un uomo in sui cinquantlanni, tr·~verso e nerboruto, con una '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==