Memorie di un garibaldino

l ' \ . ' Memorie di un Garibald2no 59 scorazzare anch'essi di qua e di là liberamente aH a busca degli austriaci invisibili. Sicchè a certi giorni ci trovavamo sulla vetta d'un poggio, di dove la vista si stende~ a a perdita d'occhio p~r una catena infinita di altri poggi e di minori colline, tutte verdeggjanti dei bei colori d'unà rigogliosa estate ; e su quelle colline e su quei poggi si vedevano migliaia e migliaia di camicie rosse, e un luccichio di al'mi che sfa.vHlavano ai raggi del sole, e un brulichio, un moto, una reBsa come di gente sempre affaccendata. Si sentivano i su.onì delle trombette che davano i segnali, e i gridi d'allarme delle sentinelle, e i canti giulivi degli sfaccendati , e tutto questo sotto il padiglione di un cjelo, chè quand'era sgombro dì nuvole si ammantava dell'azzurro più bello e più puro, che io abbia visto mai, e a breve distanza quell'incantevole lago di Garda, che scorgevamo al piede delle colline ora agil ato da improvvisi buffi di vento, ora placido e increspato da un' au,retta leggera: più largo in un punto fino a dare l' Immagine del nostro mare Tirreno, angusto in un altro punto, e tutto seni e golfi rassomiglianti a grandi anfite~tri. Oh cara patria! oh bellis ~ìma Italia! Chi mi sa dire quale delle tue provincie è meno bella delle altre? Chi nii addita un'altra nazione, che nella sua cerchia gemmata abbia tanto leggiadra varietà di paesi, abbia nella città tanta ricchezza di arti, e nelle liete campagne tanto sorrjso, tanto . splendore della natura ? Gli italiani me lo perdonino, ma egli è un fatto che quando io mi trovavo come rapito in estasi a quelli spettacoli così solunni e così m3estosi, ebbi a dire pilì d'una volta:« Hanno ragione gli stranieri se da secoli e secoli fanno la caccia a qu~sta terra dllet ta... ma (concludevo poi) abbiamo ragione anche n o i altri di non ce li volere. » Sopra uno dei poggi più alti, che sovrastava perciò tutte le posizioni occupate dat dieci reggimenti garibaldini, vi era una casetta bianca bianca, e attorno alla casetta un moto continuo di uomini rossi. Costassù abitava Garibaldi. Non lo ·vidi mai venire dalle nostre parti, quantunque dicessero che doveva passare in rivista tutti i reggimenti nei luoghi dove si trovavano. Bensì una mattina sentii ' sulla strada, vicino al nostro accampamento, un gt·an chiasso di g~nte che u lava e batteva le mani. Corremmo tutti, e .ci dissero che passava Garibaldi. Ma egli era ..

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