Memorie di un garibaldino

24 Biblioteca Patriottica ma credo che le mangiasse a malape!la il sindaco, e neppur tutti i giorni. He qualcuno dei nostri riusciva ad aècaparrare delle uova, bisognava andasse a cuocersele in qualche casa, perchè nelle bett.ùle i cammini non usano. Acquaviva si potrebbe scamb1are con un paese dell' Arabia Petrea, se non ci fossero state le granite a due soldj, e il caffè a un soldo. Laseio considerare al signor Gaspero Doney che granite e che caffè potessero essere! VI. UN OMICIDIO E UNA RIBELLIONE ARl'IIATA. Qu::tndo, dopo no-ve · giorni, ritornammo in Bari, eravamo già divisi regolarmente per compagnie. A me toccò la ventiquattresima compagnia del sesto, quella a cui toccò poi ìl nome di facehina del reggimento, e che ebbe , mietuti quasi due terzi dei soldati dalle carabine tirolesi. Ved.ete dunque che casi da raccontare ce ne ~ono parecchi. Non riavemmo a Bari la solita. .c·aserma, oceupata da un altr·o reggimento. Cj ro.andarono fuori della città, nel magnifico Convento di Sant'Antonio : ma la nostra ruggine coi Baresi s'era arrotata di più e traversando la città per raggiungere la caserma, vedevamo faccie in cagnesco, occhiate di t raverso, gesti offensivi, e sentivamo parole che non capivamo, perchè discorrono che· paiono turcbj, ma che non dovevano essere complimenti. - « La faccenda stavolta mette male (1iissi io a un mio compagno) : se ci lascjano stare parecchi giornì in Bari, o noi o ~ oro ci facciamo scorgere. » Non passarono molti giorni che la mia profezia si avverò. , . Un dopopranzo iufatti m'ero dilungato dal Convento, per andare in città a far due chiacchere con una tabaccaia, la quale si divertiva molto a sentirmi parlare toscano, e che, per quello che fa la piazza, si poteva dire belloccia. A un certo punto della strada, mi parve di

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