Vita apologetica di Giuseppe Mazzini

41 - ----- b~ro grande prevalenza. La prima, la credenza che dopo la r itirata a Monterotondo non si andava a Roma. La seconda, che a molti non piaceva di essere considerati ribelli e temevano le conseguenze.» Ciò in seguito al proclama di Vittorio Emanuele. Difatti le dichjarazioni di Elia sono avvalorate da quelle di Nicola Fabrizi: «La mia convinzione fondatissima su tutto che prevedeva e udiva e riconosceva è ehe , H proclama reale, con cni si iniziò i1 Ministero Menab~·ea fosse que ~ lo , che decise moralmente la situazione. L'accusa di insinuazione per parte di Mazzini all'abban1cno la ritenoi sempre un equivoco del generale Garib!,ldi e una calunnia di chi glielo aveva riferito. » Alt1 i documenti analoghi si poiJrebbero aggiungere, 3e la mole del libro lo permettesse. Basti per noi l'autorità di quei doe·valorosi; ma, oh, peceatu che queste dìchiarazioni fossero fatte dopo la morte di Garibaldi: avrebbero esse infall ~ bilmente persuaso il Gen~rale che quella calunn ia era nata come tutte le altre da eoloro che tra lui e Mazzini volevano frapposta ira nemica, e che era frutto , di quei tempi che egli stesso chis,mò tempi borgi ani. Ma l'accusato aveva già perdonato a' suoi accusatori; passò oltre sdegnoso continuando la sua lotta di rea- . ZIOD&. I diversi tentativi del 1869 e 70, miranti a mutare l'istituzione, furqno opera di Mazzini e del suo partito: quei tentativi fallirono ancora, ma intanto avevano creato uno statv di cose tale che il governo sentiva mancarsi man mano il terreno sotto i piedi. · E se, decisa la guerra franco-prussiana nel l870,)'Italia non fu precipitata nell'abisso jn cui voleva travolgerla Bonaparte, lo si deve appunto all'agita~ioi e che Mazzini e i Repubblicani avevano creato nel p.aese, il quale sarQbbe tutto sorto a fiera rivoluzione alla prima notizia che un soldato italiano fosse partito per aiutare la Francia.

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