Vita apologetica di Giuseppe Mazzini

14 Biblioteca Patriottica improvvisa nel Piemonte e provocare la guerra d'indipendenza, la quale fu ad un tratto interdetta colla forza dal , Governo francese che prima, l'aveva aiutata. Fallito questo tentativo, da Lione si recò a Marsiglia, e poi in Cor- 1 sica per vedère di promovervi una sollevazione per la libertà: ma per mancanza di mezzi e pel diniego di soccorso dato dal Comitato di Bologna, ritBrnò disilluso a MRrsiglia. E sfumata altrove og~i speranza di azione, __ ripensò al riordìnamento dell~ Giovine Italia, a riscontro della Società dei Carbonari, ridotta per difetto di , capi ad assoluta impotenza. Mentre pensava incessantemente a gettar solide le basi alla grande Associazione, pubblicava sul finire del 1831 la .famosa lettera a Carlo Alberto. In essa, per dirla brevemente, isMgava il Re di Piemonte ad jnJZi8re l'impresa -dell'emancipaziooe naz1onale. Da Mars·iglla si diffuse ·- r ìs tamp«t a clandèst inamente pe t• tutta quanta l'Ita'lia, destando g,., neralmente un senso di disgusto t r·a le file dei repubb!icaui, i quali l'actnis 1, - rono di avere, per tal modo, t r-a1ita la propr1a ban ·H era. Fu quest a la prima accusa che a toJto fu data a Mazzini. Infatti egli si determinò di scrivere a Carlo Alberto, non per esprimere un suo convjncimento, però che crf·deva, allora, come credette sempre, cho nè da Re nè da Papa l'Italia avrebbe avuta salute gzammai, ma per r iassu- . 1uere dinna ·zi a Lui, i11 poche pag tne, l e 1mmens ··. sper anze e gli Jdea ii, del popolo ital t G~ n o che aveva salutato nel Re il Ca ;:·boùaro del J ~~2 1 , e glt sm·is~ e appos ·t :imente perchè in faccia a t utti i sudoi1ti suoi e a ' suo l adoratori dichiarasse d t voler essere il p rimo fra gli uomini o l'ultimo dei tiranni; egli la scrisse conscio che lrutterebb~ in .. farnia al Re, perst!cuzioni e morte agl'inDecenti, ma grandìssimo vantarrg1o mor·ale al popoJo. Quello era un suo do· vere d'uomc l1 bero e fo1·te, per rompere le generall illu- . sioni, etlsi dannose aJl'ItaiHt, pèrò ché· allora, di,.dllusi;

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