Ernesto Mezzabotta - Il 1848

. \ ' ' 6 BIBLIOTECA PATRIOTTICA È inutile il diro che il rlspetto dei clienti spiccioli ai frequentatori dello stanzino era appunto basato sulla qualità di ciò che questi ultimi bevevano. Come mai un semplice bevitore di gin, p(lr es( ·m pio, avrebbe potuto lòttare con un signore che avr'ebbe potuto beversi, e forse si era bevuta un'intera bottiglia di Porto!.. La verità di questo fatto ~ così evidente, che i gran signori dell'aristocrazia credono di adempiere a un sacro dovere quando, alla fine di un pranzo, in seguito alle co· piose libazioni, vanno ~ ruzzolare sotto la tavola. Orbene, la sera del novembr~ 1847 di èui abbiamo gtà p~rlato, lo stanzino di Cbaring-cross era al gran completo; che vuoi dire che c'erano le. dieci o dodici persone che avevano a intervalli .l'abitudine di frequentarlo. L'adunanza non si era cuasi mai trovata così nume- .rosa; il che indicavaJ o che : 1 quella sera vi' doveva essere una solenne sbevazzata, ovycro che si doveva trattare di cose gravi. Ma bastava un'occhiata alla tìsono ~ . ·· ·. di quei congregati per assicurarsi che essi non si . ~ ~. Junavano certamente per bere. . Erano i volti oscuri, robusti, caratteristil uei capi di popolo; fronti auguste, pr edestinate, suìle quali par che Dio abbia impresso il segno di luce che deve farle riconoscere; fJ•onti di pensatori e di poeti, occhi di guerrieri valorosi e di martiri. Uno sopratutto di quei raccolti spiccava -per la nobiltà della sua fisonomia, per la profondità e i 1 lampo dei suoi occhi, per la dolcezza veramente ape 3 Jolica delle sue maniere e della sua voce. Quando ci furono tutti, uno di loro fece segno che vo- · leva parlare: • {

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