Ernesto Mezzabotta - Il 1848

......... .. ·50 l BIBLIOT~:CA fA~tRIO'rTICA fortezza or d1manda processo; a Viterbo, il cavalier Benvenuti; a Civitavecchia, il Ga1•oJoli; a Bologna, lo Zama; per tutto, istJg~tori e malandrini di minor conto. « Ma i Gesuiti~ Non ho scordata la Compagnia, nè scordata la voglio. Dove ·tJta puzzo d' intrigo polltico, dove si levi una vampa di oblique passioni e si trami alcun che di nemico al rinnovamento di un popolo, rimescolate • nella profonda belletta, e scoprirete di certo la traccia d'un Gesuita. N è io m' andrò rJpetendo quanto fu dimostrato, quanto oramai tutti sanno. Pieghevoli alle circostanze, ma tenaci nel proposito loro, non osano dis.fìd~re · l' ostacolo '; protestano nulla sapere, nulla voler sape.~:·e· d r:llle cose mondane, per badare solamente alle celestiali;. ma s' arrovellano intanto a guastare gli animi giovani, a seminar la zizzania, a impedire coll'ombra loro la. luce del sole. · Essi tacciono a Roma; però se vogliate conoscere la loro · opinione sulle cose romane, interrogate i keverendi che mi stanno vicini, a Friborgo. A Roma, invian rinfreschi ai corpi di guardia nazionale, che quest~ rifiuta; a Fri[>orgo, nel periodico loro calunniano due volte all~ settimana il governo romano ed i sudditi, quello è stolto, questi degni nepoti della Montagna; tutto è oper a di società segrete; gli avvenimenti di Roma sono per essi fabbricati dagli atei, dai mascherati nemici di Cristo, quale sarebbe , il Gioberti; le opere de'retrogradi, nostre invenzioni; Oriolt, Sterbini, d'Azeglio, Minghetti e tant' altri uomini distinti per ingegno e ap1ore· di pa.. tria, quantunque si dichiarino ,. moderatissìm!, sono redi-.. ' ,. \

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==