Ernesto Mezzabotta - Il 1848

IL 1848 43 --------~------------- indizio glie ne scoperse molti altri; un fatto lo trasse a svelarne infiniti, e tanta pr·ove raecolse~ che il dubbio mutos:;i in certezza,~ comunicò tutto ar gover·no Il quale, · rlirtgente il Grassellini, non badò a nulla; nè per dèlghe o pugnali fabbri·cati da sospetti al'maiqnli, nè pe1 3egrete adunanzP, nè per misteriose co1~ri~pondenze, nè per scellerati patteggiamenti si scosse ma1 da)!'jnerzia: e colla moltitucli ne delle sue spie, de' suoi sghe! ri, de' suoi amici, dei suoi ufficialJ, non seppe verun rimed1o, o lo volle quando non era più tempo, mandàndo pochi carabiniet·i a staccare gli accusatori cartelli. Il p0polo era padrone di Roma; inpammato dalla memo~ia de' mali antichi, dall'ira dell'attentato presente, andava cercando gli uomi,ni da lui creduti co1pevoli, arre~tava taluno su cui pesavano in· dizi gPavissimi, e suonavan tutte le vie - Viva Pjo IX! Mort ~ ai traditori! - E questa p~rola, ripetuta a coro, lentamente, da una moltitudine immensa, ogni milizia scomparsa, non pos~ib1le il freno. delle consuete leg-gi, me~tea veramente ter·rore. Una catastrof~ per gli acct: Sì animi, e i facilissimi sccntr1. per· un~ parola ed un gesto, poteva ad ogni momento seppellire Roma nel lutto; ogni momento potea recar la 8ciagura, cui tentavano dai loro capo i cittadini 1imuovere. «Il pontefice ap tJena ciò seppr, dicesi, esclamasse: - Il tempo delJa mansuetudine e delle benedizioni è finito; quello della m~Jedizione e del gastigo jncomincia!- Il principe Aldobrandini e i soci d~l circolo romano deliberarono chiedere prorogate le fatali feste. E d;\l Gizzi l'ottennero. Il J?rinci pe Borghese e j Lduca Massimo gettaronsi tosto a pie' del pont(- fice implorando che permettesse alla guardia nazionale di subitamente armarsi come poteVi)., in

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