Giuseppe Mazzini - Dal Papa al Concilio ; Dal Concilio a Dio

DAI. PAPA AL CONCILtO 27 non pote te dire al popolo: tu sei libero pe1· metà, e 1Je1' m età schiavo; la vita sociale è tua;' la vita reli- .giosa è d' altrU1·. Voi non potete smembrarne l'anima. La libertà è dono di Dio che signoreggia, benedice, e feconda tutte quante le facol tà della creatura. E il papa lo sa; ei sa di non poter regnare in Roma che despota. Le concessioni poli tiche ch'ei farà saranno di fatto, non di diritto - e i suoi le ritorranno il dì dopo. Chi presume diversamen te, s'illude. I governi l affrettano sovente le loro sor ti col suicidio; ma inconsci.. Ma noi pur lo sn.ppiamo. Sul papa e sul re, per la lenta, ineluttabile, provvidenziale educazi one del genere umano, e in nom ~ della inviolabilità dello Spirito, pesa un'uguale condanna . La quistione fra il temporale e lo spirituale è tuttavia fraintesa dai molti; e importa ridurla l\' veri suoi termini. Se covasse altro che una protesta contro il princip io d'autorità arbitrari a, assoluta, rappresentato dal papa - se ambisse a somministrare una base organica positiva alla società - essa tenderebbe a sottrarre le terra e l'uomo alla religione. La religione e la politica sono inseparabili. Senza religione, ]a scienza politica non può creare che dispotismo o ::\narchia. Noi non vogliamo nè l'uno nè l'altra. Per noi, la vita non è se non un problema di educa- .zione, la ·società il mezzo di sviluppar] a e ridurla in , at to. La religione è il principio educatore su- ,premo: la politica è l'applicazione di quel principio .alle varie manifestazioni dell'essere ~mano. L'ideale -'Sta in Dio: le società s'ordinan0 a ravvicinarvisi, a ·conquistarne quanta più parte si può sulla terra. Ado- .~ratori tutti di Dio e seguaci della sua legge, noi dob-

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