Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

• 78 LA TORRE DI NONZA una sopra l'altra, e le tenne ferme sopra l'evangelo: coteste povere mani tremavano come foglie rimaste a mezzo decembre su gli albet·i allo stridere del ro\·aio; ma prete Settembre non pativa del tenero, ond'è che sempre più forte stringenrlo fischiava piuttostochè profferisse queste parole: --:-- Per l'Immacolata , ripetete queiJo che Yi dirò, coracci di granito dell' Algaiola; giuro, dite, giuro, nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo di difendet·e per quanto mi basta l'anima la patria, giuro di dare per lei le sostanze e la vita mia, come pure quella dei miei figliuoli; giuro n è con detti, nè con fatti commettere scandali o suscitare subbugli dannosi, e se non osservet·ò il giuramento possa in questo punto sfondarmisi di sotto i piedi la terra e precipitat·e qui fino a casa del diavolo. • A grado a grado che i vecchi s'inoltravano nel giuramento le mani loro cessavano il tremito e diventavano calde, imperciocchè l'odio agghiacci, l'amore poi riscaldi l'anima e il corpo: pronunziando insieme coteste parole, che gli stringevano in nodo di pericoli e di sventure, sentirono come di una medesima madre nascendo fossero fratelli, e fratelli altresì nel sangue di Gesù Cristo versato per riscattare ambedue. l petti angosciosi ansando ricambiavansi i fiati, le gambe sentivano fuggire loro di sotto, e il pavimento con esse; la durezza del cuore squagliavasi in lacrime, le quali però la puntigliosa caponeria loro giungeva ad arrestare su l'orlo delle palpebre, quasi barberi al canapo: le labbra anch'esse bocchcggiav_ano assetate di baci. ma si guardavano dall'accostarle. • Prete Settembre considerando che la faccenda lasciat:l a sè operava lentamente, ag;~uanta con la manca '-' '-

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