Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

l..\ 'I'OIIIU; U[ :\U.'ìZ.\ 71 = llisogna distinguet·e, genet·ale; se voi mi paJ'lat e da cugino, vi risponderò: Pasquale, io mi sento rotto dalle fatiche, sono vecchio, sono stroppio, qui ci vogliono giovani, melteleci un giovane; dove poi mi faYellastc da generale ecco la mia risposta : eccellenza, al soldato intende1·c importa obbedire. = Giacomo , io ti parlo da pà1·ente c da gcnm·alc; dà retta a quello che dico: quando pe1· queste pendici r imbomberà il cannone nemico, ti sembra egli possibile che la tua gamba sana stia fm·ma c non' istrascini seco la gamba slroppia ? Che diavolo parli di stn\cchezza? O che fummo posti per riposarci nel mondo? .\\Temo tanto agio di dormire nel camposanto. = In verità di Dio, voi avete ragicnc, generale. ~= Dunque è inteso che difenderai la torre? È inteso. "-=' Dammi la mano. = Eccole tutte c due. << Provvi~to di questa maniera alla difesa della tol'l·c di .Nonza, il Paoli ordinò per tutto il disti·etto squad,·iglie di fei·ito1·i, o come oggi si chiamano, di bersaglieri , i quali al bisogno stracoi'l'cssero il paese a sovvenire la parte minacciata. Appresso, essendogli stato riferito come taluno dei sacerdoti del Capoco1·so, scgnatamente quello di Canari, andava predicando dottrine che gli erano care quanto il fumo agli occhi , ralc a dire: i preti, p1·eposli a ministero tutto di pace, non doversi mescol:H'e nei subbugli di questo mondo : amici o nemici essere del pari cristiani , epperò mel'itcvoli di uguali benedizioni; non redarguito solo, bensì andare ùai sacri canoni maledetto il prete che lufl:t·sr le mani IH'I :-;angne hallezzato , rd altre co-

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