Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

68 LA TORRE DI NONZA. « II generale Paoli essendosi condotto a riconoscere il Capoc~t·so, capì di leggieri di quanto momento sarebbe stato assicurarselo sgombt·o pel buono esito della guerra; a questo fine egli ·ordinò che sopra un balzo dirupato fabbricassero la tot·re di Nonza, c siccome Appiano Settecervelli , che fu ingegnere dei buoni, tentennando il capo. con un suo ghigno da beffe brontolò: = Noi non siamo santi da operare miracoli. » Il generale con voce terribile rispose : = Anzi sì: la libertà fa più miracoli di santo Antonio (3 '). )) Voi la vedrete questa tone; adesso ella rovina, e ciò nonostante vi chiarirà come santamente favellasse il genei'ale, avuto riguardo alla inopia in cui sem· pre si versarono i ·Còrsi di ogni cosa necessaria per mantenere viva la guena. Il balzo sul quale fondarono la torre di Nonza, a guisa di salice piangente s'inchina ad altezza smisurata sul mare, sottile in cima dell'arco così, che le intemperie lo perforarono: se Yi pigliet·à il capriccio di affacciarvisi voi vedrete giù ribollire l' abisso in vortici net·i contornati da spuma · bianca com~ la neve, e vi ritt·arrete addietro rabbrividito: di costà non può vedersi la radice dello scoglio, la quale logorata dal perpetuo rompere dei marosi, rientra profondamente nelle viscere della montagna. Dalla parte meridionale meno dirotto scoscende il sentiero, ma da tramontana vi patTà che non possa salire chi va senz'ale; tuttavolta vi arrivano, c i più arditi anche a cavallo, et·picandosi su per numero spaventoso di gradini che si alzano a spirale fino al vertice del masso enorme costeggiando in pat·te il mare, ed in parte addentrandosi nella rupe dove giravolta-

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