Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

L\ TOR H ~~ DI !'\ONZ.\ -1 7 ('hc non possono muove1·e eccetto dai govcl'lli , cd al - lr·e, le quali non ponno essere fatte lrannc da indiridui, c non pertanto sì le une che le altre paleseranno con esattezza pat'Ì i concetti dello nniYersale. Corre lunga .stagione dacchè la massima ptu·te degli scrittori di Francia, così prosatori come poeti, ha preso il Yczzo di profondere a piene mani il vituperio sopra la nostra Italia: a sentirli, emblema unico dci costumi nostri lo stiletto, c' pare, a giudicarne dalle costoro par·ole, che non si assassini in Francia , c i lnpi rimangano nelle stalle costù a guardare gli agnelli mentre le pccore vanno al mercato a vendere il latte, con le altre cose solite ad andare ·e stare in compagnia del secolo di oro; invero per usci1·ne n un pnnto persuasi cd edificati, basta gettare l'occhio sopra gli specchi annui delle sentenze criminali che pubblica costà il Ministro di grazia c giustizia. Cosi è, i Francesi Io hanno detto :· il tradimento fu generato in Lombardia, la frode in Toscana, i veleni stillnno dai sette colli di Roma , la vi ltà, la bassezza c il servaggio pullulano in compagnia delle cicute stii campi della Sicilia c eli Puglia. Giudizi sempre ignoranti, il più delle volt e temerari, e spesso maligni tu leggi attorno agli uomin i ed ai ncgozii nostri: da per tutto ti mettono a d dosso il rihrezzo c lo ~gomento, l'assoluto difetto di coscienza, la fatua vanità, l'animalesca petulanza c l'orgoglio oltt·e misura matto. Se nel cervello dei Francesi capisse • • dramma d' intelletto considerando sottilmente le nostre storie essi troverebbero .come l' ira del Signore m·dinò tornassero funesti a noi altri Italiani lo ingegno c la amore smodato della LiheJ·tà , i quali impedendo che una forte mano ci riunisse, ci mantennero debol i : poilo rDn trnrio, sai 1 n che mni ftÌOYaYa ai Feance~ i? l..o ·

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