Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

Hl istinto immm·tale per la sei'Vilù e le groppe ùocil'i a cm·vat·si. Luigi Xl c gli altri re o minisl.t·i che gli suè- ·~essero nel governo della F1·ancia, sperimentando la matcl'Ìa ft·ancese ad obbedire ed a pagare tenerissima, maneggiandola la iwpastar-ono in un corpo cresciuto oggi a trentasei milioni di uomini, i quali non p~nsano nè sentono·, o se pure sentono e pensano , ciò non gl' impedisce punto di pagare c combattere come il padrone comanda. Ora ·tt·entasci milioni di uomini but.- tati sopra la bilancia della Libertà possiedono l'empia virtù di prccipitarla in fondo dello inferno. Presso noi la vita del municipio così si d1mostt·ò tenace , tanto gettava le sue radici prof{mde, che i cupidi di domi - nio ne sperperm·ono le fot·ze nelle contenzioni domestiche : per la quale cosa quando essi spinsero gli occhi fuori di casa per allargare lo stato e mctterlo alla stregua di quelli che andavano f(wmandosi in Franeia e in Lamagna trovarono cquilibt·ate le forze , e pet· somma sventut·a nostt·a anco gl'ingegni dei rettori. lo per· me giudico, che se tu pesavi i cervelli dei 1\fedici di Firenze, degli Art·agonesi di Napoli , clei Dogi di Venezia, degli Sforza di Milano potevi far conto, che tu non aYrcsli trovato che di un solo gt·ano la sgarassero fra loro; quello dei papi qualche volta appm·iva scenw , ma la revet·enza flella t•eligione dissimulava il calo. Serpenti tutti per divo- ~·are, uccelli per essere divorai i nessuno, onde l' au~ l picio che precedeva allo assedio di Ti·oia tacque per noi (9l, e la Italia durò, c tuttavia dura in pezzi , <1 mo' di vaso min·ino cascato dalle mani del sacet·- dot e nell'atto che propiziava a Giove. lo non vo' t'ecare in campo pat·ticolari, chè sm·ebbet·o tl'oppi e sa- . 1.ieyo\mentr dolot·osi, ma in fede di onor·ato uomo li

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