LA TORRK DI NONZA Hl fratello dì latte, una vera cima di fm·ca se altt·a fu mai. Forca in quanto, ve'! spieghiamoci chiaro. Fedelino Fabrizi amava di sviscerato amore la patria , i genitori obbediva, Dio temeva, se non che ad ogni fuscellino di paglia gli si avvolgesse tra i piedi , tirava giù bestemmie ch' egli era un finimondo; allora bere un uovo ed ammazzare un uomo gli pareva tutta una; però importa dire, che fin lì non aveva tombato persona; sì, a qualcheduno l'occhio Io aveva guasto, a qualche altro i denti totti; le pesche non si contano, ma non più oltre; e poi anch'egli aveva tocco le sue, chè nelle risse si va con due tasche, una per darne, l'altra per riceverne. « Ancora; di quanti erano lì veruno pareva meno atto a ritrarre Gesù Cristo di Fedelino a cagione della sua corporatura; voi sapete la differenza, anzi la opposizione ostentata dai Gr·eci e dai Latini ad effigiar·e la immagine del Redentore? I Latini lo rapportarono sul confino della giovanezza e della virilità; di misura giusta, ben fatto a maraviglia e bello: mansueto nel sembiante; bionde di oro la barba scarsa e la chioma copiosa : ai Greci piacque rappresentar]o orribile, impolminato, rifinito, e con le' costole fuora, ond' è, che in Toscana udii talora il dettato: tu se' più brutto di lin Cristo di Cimabue; perciò che questo maestro , per quanto me ne dissero, ritenne assai della maniera dei Greci; ora Fedelino noQ. quadrava al fare dei Latini, molto meno a quello dei Greci; egli era un Cristo nuovo di zecca, alto tre braccia e mezza o giù di lì, ·con polsi ' e spalle da mandare di per sè solo una galera, di colore nero; in parte riarso dal sole, sicchè ti olferiva immagine espressa del tizzo di carbone mezzo spento, e mezzo acceso: gli ombrava il capo nnn macchia di
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