FALLACIE DEGLI ECONOMISTI 173 La quistione, posta ne' suoi veri termini, è la seguen Le: a che servono le cose? A' bisogni degli uomini associati. Dunque esse non debbono essere possedute e sfruttate dall'individuo per sè: la loro destinazione uni versale dev'essere rispettala e m~ntenuta , mediante un patto di solidarietà, di reciprocanza, di mutua garentia e di convivenza, che pri1na tacitamente e poi sempre più esplicitamente, prima limitatamente e poi sempre più estesamente ed integralmente, stringono gli uomini fra loro. Come l'ha detto Karl Roder e ripetuto il de Paepe C) «· ciò che è indispensabile a tutti non può essere oggetto d'una appropriazione esclusiva ed indi vi- -duale ». Il bisogno determina l'appropriazione e la governa. Un' appropriazione eccedente il bisogno proprio -0 ledente l'altrui è un delitto. Ora, finlanlochè la materia sarà appropriata e sfruttata da un certo numero d'individui, è in1possibile che non vi sia appropriaziune eccedente il bisogno proprio o ledente l'altrui, è impossibile che lutti abbiano ciò che è loro indispensabile. Per quante limitazioni, restrizioni e condizioni s'imporranno alla proprietà, essa tenderà sempre ad accrescere i bisogni di chi la possiede a scapito degli altri. La produzione, la distribuzione de' proùotti saranno rivolte ad utile del possessore della 1na teria, a danno altrui : -la circolazione, Io scambio delle cose, ogni fatto economico insomma, tradiranno l'ingiustizia impressa riel fatto primo del possesso, da cui hanno origine; dimodochè quando, riconosciuta la destinazione sociale delle cose, s'imporranno condizioni alla proprietà, al suo uso, alla sua trasmissione, alla produzione e via via, questa regole indicheranno che la forma individuale cede dinanzi alle esigenze sociali ; ma quella forma indi viduale persistendo, gl' inconvenienti rimarranno i-n tutto il loro vigore. ~◊◊◊tNtl • (•) Nel periodico l' Economie Sociale apparso a Liegi verso il 1866. Bit:51iotecaGino Bianco ).
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