Francesco Saverio Merlino - Socialismo o monopolismo?

FALLACIE DEGLI ECONOlvIISTI 153 leggi e condizioni di vita e di lavoro ? « Se vuoi la tua terra, e tu rinunzia ad appropriarti il frutto di queste scoperte; perocchè, se quando eri isolato al mondo -ed abb'andonato alle tue forze singole, la natura non ti lasciò altro retaggio che la terra che tu eri padrone di occupare e di col ti vare a piacer tuo , oggi essa ti lascia tutt'un mondo morale di scoperte, di esperimenti, _di utilità, di civiltà, di luce. Scegli tra quest' immensi jncalcolabili beneficii e quel meschino possesso che non valeva che ad obbliga~ti a sforzi inauditi; e se non sei contento, passa nuovamente il Lele e ricadi nella tua tomba »-Ecco quel che diremmo noi ad un primo coltivatore redivivo che ritornando sulla terra volesse riprender possesso del terreno da lui in vita coltivato; .ecco quel che diciamo ai pretesi suoi discendenti ed -eredi. Stolta presunzione ! Gli attuali possessori della terra non sono nemmen per sogno i discendenti de' lavoratori primitivi (se, per assurdo, dovesse farsi buona l' immoralissim teorica dell'eredità del merito e della -colpa); si, sono gli eredi più o meno legittimi dei guer- .rieri e de' ·sacerdoti, degli aguzzini e degli esattori, in una parola di quelle classi che hanno avuto per divisa: « La forza e la frode esimono dal lavoro e ne conqui• .stano i frutti. » Oh ! il lavoro in quei tempi era ben faticoso: resi- -stere agli elementi mentre si era nudi o quasi; combattere le belve, mentre si mancava d'armi o se ne aveva. ,di tanto deboli; e poi ridurre il suolo fangoso o pietroso .a terreno coltivabile, ignorando l'arte della coltivazione! Invece la lotta ·a corpo a corpo col proprio simile -era l'affare di pochi momenti; e non ancora l'uomo aveva assaporato il dolce dell'esistenza per avere forte ti- ,more di perderla. Poca superiorità fisica ~d un zinzino d'astuzia assicuravano la vittoria. Il vincitore s' appro- _priava d'un tratto i frutti del lavoro del vinto che ca- . òeva ucciso sulla sua pre~a passata al vincitore. Fu Biblioteca Gino Bianco

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