Francesco Saverio Merlino - Socialismo o monopolismo?

) . TEORIA DEL MONOPOLIO 117 ~ della rendita pattuita, •in progresso di tempo,occupato che sia F intero suolo coltivabile d'un paese ed accaparrati gli strumenti tutti che servono alla produzione o i mezzi di fabbricarJi, esso ben presto straripa anche da questi limiti: il proprietario eleva la sua rendita, converte il colono perpetuo in precario, abbrevia gli affitti, e lavorando con le braccia altrui e non essendovi perciò più limite al suolo eh~ può coltivare, agli strumenti che può mettere in azione, occupa terreni incolti e li mette in coltivazione, migliora indefinitamente le terre che già possedeva, ammassa strumenti di produzione e prodotti, e vagheggia con la mente sempre nuovi possessi e nuove soddisfazioni. È superfluo spiegare che lo stesso processo si svolge ·nell'agricoltura e nell'industria. Per ciò che riguarda quest'ultima, l'eccedenza ds'possessori di strumenti migliori o di maggior quantità di prodotti impiegata da essi nell'accumulare maggior capitale o nel perfezionare l'istr:.izione loro e de'loro figliuoli, aumenta di tratto in t;:atto i loro godimenti, ma non danneggia gli altri possessori , se non dal momento in cui scarseggiando la materia onde si costruiscono gli strumenti sempre più necessarii al lavoro o complicandosene la struttura, il possessore meglio dotato cede l' uso del suo superfluo per un interesse e da ultimo organizza la produzione co'suoi strumenti e col lavoro altrui , attribuendosene per intero i frutti, e soltanto restituendone all'operaio una parte a titolo di sostentamento o di salario. Cosi trasformato in capitalista, il possessore degli strumenti di lavoro, ridotto a guadagnare sulle altrui fatiche, si studia di accelerare più che può la produzione , affine di asso1•bire maggior copia di lavoro. Quindi introduce le macchine nella manifattura, assolda legioni d'operai, ed impianta e ordina gli opifizii, convoca al lavoro donne e fanciulli, e, prodotto che ha per un certo tempo, in4 terrompe, lasciando l'operaio senza pane e senza occupazione , per riprendere a capo d' un certo tempo con quelli fra gli operai che sopravvivano. 9 Biblioteca Gino Bianco

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