78 Epicarmo Corbino di esportatori concorrenti che, per escluderci dalla lotta, non avrebbero nulla in contrario· a negare il trasporto delle merci nazionali. E' evidente in questo caso la necessità di una marina nazionale vincola.ta ad esercitare determinate linee e compensata dallo Stato per il vincolo im.po-st-Ole,in nome di altre esig-enze economiche della Nazione. Le navi qui diventano perciò non fine a sè stesse, ma mezzo per raggiungere un altro obiettivo - circo.stanza che è fondamentale in questo problema, perchè ,è -dall'averla trasourata che deriva il fallimento del sistema di sovvenzioni finora attuato dal nostro Paese. Non si tl'a-t,ta, infatti, di promul(}ve-rela costruzione. di una qualsiasi quantità di tonnellaggio, , ma sibbene di promuovere delle correnti d-i interessi commerciali che con le navi non hanno niente a che fare; non si tratta di favorire la marina mercantile, ma di dare gli strumenti nec-essari al commercio di esportazione; ed ecco pe,rchè i progett.i di convenzioni marittime dovrebbero essere esaminati più dai produttori c}:le dai tecnici di marina, il cui intervento dovrebbe solo avvenire quando, stabilito il ·fine da raggiung,ere, si debba.no trovare le modalità tecniche che ne rendano la soluzione più economica. Il prob].ema delle sovvenzi'()-ni.ma,rittime interessa. perciò più 1\1.ilano che Genova, riguarda più gli espo•rtatori, per i quali è questione di vita o di morte, che non i chiattaiuoli o i fac chini della Darsena genovese. Può .accadere che gli i!}- teressi degli ;uni siano d'accordo con quelli degli altri, ma ·se -ciò si verifica per Genova, data l 'import.anza di quello scalo, non si verifica per Livornl(} o Siracusa, Taranto o Cotrone o in generale qualsiasi altro porto del Regno. Cosa accade invece? Che quando si esam,inano le sovvenzioni marittime i veri ·interess•a•ti taccio• no ,·o per incoscienza o per subita sopraffazione, mentre si sollevano un monte d{ prete.se e di proteste da B onoteca G no Bianco
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