110 ------------ Epicarmo Corbino 2" Non far gravare nelle costruzioni navali nazionali oneri che siano conseguenza diretta della proteziime concessa ad altre industrie. Deriva da questi due punti una necessità del! 'industria delle costruzioni navali per avere una grande marina mercantile? La risposta deve essere negativa e 11011 potrebbe e-ssere diversamente. A prescindere dagli insegnamenti del passato remoto e prossimo, la necessità stessa dovrebbe a:ppalesarsi naturabnente in un modo sempl:icissimo: favorendo con una politica ultra protezi'Onista l'industria dell'armamento, in maniera da promuovere un grande sviluppo della marina mercantile, senza prescrivere, come spesso è accaduto ed accade, la costruzione nei cantieri naz.ionali, la marina si svilupperebbe effeUìvamente: ne dovrebbe derivare necessariamente un incremento nell'industria delle costruzfoni- navali n~zionali. Oh, perchè tutta questa . gente, a.Jlora, si affanna a chiedere protezione anche per le cosfruz-i'Oninavali? Per la ragione semplicissima che i primi ad essere conv-inti che l'industria delle costruzioni navali non sia necessaria sono proprio loro; ma non avendo il coraggio di chiedere una protezione diretta dell'industria in parola, per le sue evidenti debolezze e per la sua inutilità, si coprono del manto della marina mercantile per nasconde-re la loro vera richiesta; si tra.tta in altri termini d,i contrabbandieri veri e propri di un protezionismo del qua.Je if Paese avrebbe facilmente ragione se il suo ingresso nella. politica economica della Nazione avvenisse alla luce del sole. Tanto ciò è vero che quel decreto De-Nava che si preoccupa della marina mercantile, concede tutte le ag~olazioni che abbiamo visto al cap. VI senza che la Relazione senta il dovere di d-ichiarare che, non è soltanto della marina che si preoccupa, ma anche e sopratutto dei cantieri, e allora si dica quello che si vuoJe sulla necessità delle costruzioni navali; ma a me B,blioteca Gino Bianco
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