Tommaso Zauli Sajani - Il trionfo della grazia

50 Orrendamente beJia in tenebroso Doppio ordine di logge, a cupe volte, A enormi, interminabili colonne, Una reggia compose, ov' ella siede lo sua tremenda maestà. Se un bianco Raggio di sole, qual pensier che fugge, Strisciando per le tenebre si perde Entro lo speco, allor, siccome estreme lllus'ioni d'un' anti ca mente, lngemma Ja stallatide le punte Degli umefatti massi, e par che sfidi Col mesto tremoJìo l' orrore e l' ombra. hi pesante un aere s'addensa Che frigido si stringe intorno al core, E di morte ragiona; e son gli arcani Alli si lenzi del più cavo grembo Rotti so :tan to da un mugghio lontano, Che, sordo e cupo, della ter ra pare Nelle più interne viscere sepolto; E a cui talora I' ùpupa cor.fìda li suo strido fata i, l' ùpupa immon da, Che vagolò per l' antro e po i s'ascos e. Certo questa non fu d'alcun vivente Sede giammai. Forse il pensiero appena, li pensicr che siccome onda si versa Per ogni guado, ivi d' entrar s'attenta, Quasi un errante peregrin che a sera Abbia fallato del cammin la via. Ma veggo, u parmi, fra qual Jaberinto

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