Antonio Graziadei - Il movimento operaio

- 28 - vate forme di autorifa che non sono più dei nostri tempi, riconosceranno nelle organizzazioni operaie un fatto naturale e perciò inevitabile delle economie più progredite; conserveranno con esse un ragionevole contatto, e le informeranno lealmente, quando ciò sia necessario, della situazione della rispettiva industria. Troppi, veramente, si preoccupano della condizione cli cose che verrebbe a crearsi, quel giorno in cui gli operai non potessero ottenere un ulteriore miglioramento del proprio salario, se non a spesa del profitto minimo dell'imprenditore. Molti anzi temono che il movimento operaio debba essere spinto rapidamente, dal suo stesso impulso, a precipitare una situazione così grave. Ma sembra a noi che una tale previsione riposi sopra un gravissimo errore: l'errore di concepire in una condizione statica un fenomeno che, per l'ambiente stesso in cui si svolge, deve essere invece considerato in una condizione dinamica. Se le nostre conoscenze non progredissero ; se non si scoprissero ogni giorno nuove forze e sistemi sempre pii1 J)roduttivi per usare delle forze già note; se il mondo industriale non si trovasse in una trasformazione continua: allora le domande degli operai raggiungerebbero ben presto i limiti, che noi sap• piamo contrapporsi loro in ogni dato momento, e potrebbero anche essere tentate cli superarli. Ma poichè, al contrario, noi viviamo in mezzo ad una società che si evolve incessantemente, e la grande industria crea le condizioni economiche più favorevoli per Ja immediata utilizzazione di mezzi sempre più perfezionati di produzione; i limiti, che esisterebbero in ogni momento determinato, tendono a spostarsi nel tempo con sempre maggiore frequenza e per uno spazio sempre più grande. Il movimento oper.aio - nel senso da noi inteso - è un fenomeno caratteristico dei paesi più prog-rediti; e deve perciò essere sempre considerato in funzione del progresso economico. Una delle principalissime ragioni, per le quali l'organizzazione degli operai della grande industria è tanto pit1 continuativa ed efficace che quella degli. altri ceti di lavoratori, sta appunto in ciò: che essa può agire in un ambiente economico in cui i limiti, Biblioteca Gino Bianco

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