La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

-58Jeg\i uomin i politici e degli organi dell 'opinione pubblica nel paese ove voi dimorate. Saranno presto scorsi tre anni dacchè il governo del re, per organo de' suoi plenipotenziarii al Congresso di Parigi, nel segna lare all' attenzione dell'Europa le cond izioni ano rmali de ll ' Italia, protestava contro lo estendersi dell'influenza austriaca nella Penisola oltre alla stipulazione dei trattat i, ed annunziava che se non vi s i fosse recato rimedio, ne poteano risultare pericoli gravi per la pace e per la tranquilli tà del mondo. Le rappresentanze della Sardegna furono favorevolmente accolte dalla Francia e dall' Inghilterra, e riprodotte in certa guisa solennemente nel seno stesso del Congresso. L' Italia sperò allora, e parve che gli spiriti si calmassero. Ma le speranze fatte nascere da ques ta manifestazione d'interesse per parte delle potenze occidental i si dissiparono a poco a poco. Le condizioni dell'Italia non si sono modificate. L' influenza preponderante che l'Austria vi esercita al di là de i limiti assegnatile dai trattati, e che costiluisce una costante mina ccia per la Sardegna, è piuttosto accresciuta che scema ta . Per altra parte i governi della Penisola banno perdurato in un· sistema di governo, che non potea aver altro risultato che il malcontento della popolazione ed una provocazione al disordine. Quantunque i pericoli da. cui era la Sardegna minacciata in presenza d' una tal condizione di cose fossero pi ù

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