La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

- 38 - I>er l' atto d el 24 Settembre· 181 5, la J; egge del \' angelo è di venuta la legge della politica inte rna zionale e gov ernamentale all'esterno e all' interno. Ln l egge obblig a e le trasgres·sioni sono punit e . VIII. L a Russ ia è d ella famiglia degli Slavi, razza scelta, g iovine, nudrita de lle nostre idee, parlante qua si cosx b ene come noi , Francesi, la lingua di Descartes, di Bossuet, e di Voltaire. Ha recato meraviglia l' nccordo cavalleresco avvenuto ad un tratto tra la Franci a c la Russia . Nulla di più naturale: accordo di pl'incipii, unanimità di fine; e, senza ayeda proclamata fin qui in faccia all'universo, sommissione alla Legge dell' Alleanza Santa dei governi e dei popoli, non Jler allettare o costringere.. ma per guidare ed aiutar e il proce dimento divino delle nazioni. Dalla cordialità la più perfetta sono sortiti gli effetti più fortunati: str·act e di feno., a ffrancamento di schiavi, stazioni commerciali nel Meditenaneo, franchigie eroiche a secondaPe que sti preparativi di un progresso che deve far rivolgere verso l'Europa ce ntrale una nuova corrente di cambi c di reciprocità. La Russia non ha rletta la sua p<u·ola ; ma giù la si preve de. Dal giomo in cui la Russia si è collocata in mezzo ai campioni del bene dei popoli, i due cnmpi oni i più valenti del bene, la Francia e la Sardegtw:

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